Caterina Sintoni: una vita per la pallavolo, il cuore per Palau
Una passeggiata per Palau di sabato mattina in pieno inverno baciati dal sole della Sardegna. Una chiacchierata davanti ad una tazzina di caffè al Bar Bassa Prua. Le temperature sono decisamente primaverili.
Qui tutti conoscono Caterina, il capitano della Pallavolo Capo D’orso e comunque ci sono sempre quei due cagnolini ad annunciarne l’arrivo. “La più grandicella, Pulce, è una trovatella adottata ai tempi di Olbia, quando giocavo con l’Hermea. Poi in seguito si è aggiunta anche Argiolas.” Sono diventate le due mascotte della squadra, senza nulla togliere all’Orso lasciato li in un angolo del palazzetto ad osservare tutti gli allenamenti e le partite.
Sono ormai oltre 10 anni che Caterina Sintoni gioca tra Olbia e Palau.
“Avevo 30 anni quando mi fu proposto di venire a giocare in Sardegna – Caterina inizia ad aprire il libro dei suoi ricordi – Era davvero una buona offerta quella che avevano messo sul tavolo, una proposta indirizzata a me e alla mia carissima amica Giorgia Baldelli.
“Dai andiamo ad Olbia facciamo questa bellissima esperienza. L’ultima stagione poi torniamo a casa, smettiamo di giocare a pallavolo e magari ci sposiamo.”
Una frase buttata li più per gioco che per vera convinzione.
“Io avevo casa a Forlì e da 4 anni convivevo con il mio ragazzo, Gio anche lei fidanzatissima da una vita.”
Ed invece guarda un po’ gli scherzi che la vita può combinare.
“Baldelli si è mollata con il suo ragazzo del tempo, si è sposata qui in Sardegna ed ora è mamma di una splendida bimba.” Mentre Caterina ha fatto armi e bagagli e vive a Palau in pianta stabile. “Non sono più tornata nella mia Romagna, se non durante le feste di Natale, ormai sono diventata una vera cittadina sarda.”
Un accento che non tradisce le sue origini, ma che ha assimilato anche la cadenza del dialetto gallurese. L’Italia si chiama ora Continente e Palau è diventata tutta la sua vita.
Nel suo cuore c’è sempre la pallavolo e la squadra del Capo D’orso, con in testa la sua presidente preferita, Rosanna, che ha appena compiuto 80 anni, una società che è diventata nel tempo la sua seconda famiglia.
41 ANNI E NON SENTIRLI
“Nella passata stagione dovevo fare il secondo alzatore e invece varie vicissitudini mi hanno di nuovo visto tornare ad essere titolare. Abbiamo raggiunto all’ultima giornata una sospirata salvezza. Le emozioni? Uguali, come avessimo vinto un campionato.”
Datele una squadra, un motivo per cui lottare e state certi che Caterina ci si butterà a capofitto.
Una vita in giro per l’Italia a calcare i parquet della serie B1, con qualche passaggio in A1 e A2. “Potevo giocare di più nella massima serie, ma non mi è mai arrivata la proposta giusta. D’altra parte in panchina in serie A non ci volevo stare.”
La sua vera serie A1 è diventata proprio la Pallavolo Capo D’Orso Palau.
“Hai ragione Palau rappresenta moltissimo per me. Non farei cambio con nulla al mondo. Non ho rimpianti. Vivo a pochi passi dalla palestra, mi sto tenendo in forma, si qualche acciacco ogni tanto compare, ma mi diverto ancora e a 41 anni è bello anche il ruolo di secondo alzatore.
Soprattutto perchè Ilaria (Granieri, la palleggiatrice titolare, ndr) è brava, ha voglia di imparare, fare qualche sacrifico, ascoltare i suggerimenti di chi ha già vissuto tante esperienze.”
Caterina Sintoni è nata a Forlí, in une regione in cui da sempre si cresce a pane (piadine, ndr) e pallavolo. A due passi da Ravenna, la capitale del volley femminile anni 80, targata Tedodora.Si risvegliano cosi i ricordi dei primi passi nel volley.
GLI INIZI COME CENTRALE
“Il mio primo ruolo é stato quello di centrale. Avevo 12 anni ed ero alta come mi vedi adesso. Poi tutte le altre sono cresciute ed io sono invece rimasta uguale. La prima stagione l’ho giocata da universale, alternandomi in zona 4 e zona 2 da opposto.
Un primo contratto siglato da giovanissima. “Avevo solo 15 anni ero diventata una giocatrice di serie B1 con il mio Forli. Per la precisione giocavo in under 16, under 18, in serie C e andavo quando serviva anche in panchina in B1.”
NON GIOCHERÒ MAI ALZATORE
“In prima squadra c’era Stefania Dalla ad alzare. Un giorno mi disse “Devi diventare palleggiatrice.”
Posso dire di aver provato tutti i ruoli, ma confesso mi ero sempre ripromessa “il giorno che dovrò per caso fare l’alzatrice, terminerò di giocare a pallavolo.” Ed invece non ho più smesso e continuo ancora a fare il palleggiatore.
L’importanza di incontrare delle buone persone nel proprio cammino. Non egoiste che guardano anche al bene delle proprie compagne e della società
“Stefania ebbe il merito di farmi appassionare. Mi allenavo in B1 come schiacciatrice e poi due volte a settimana in aggiunta solo con lei, ero in palestra ad imparare il piu possibile tutti i trucchi sul palleggio.”
UNA VITA IN PALESTRA
“La palestra è stata la mia vera casa. Appena terminata la scuola, giusto il tempo di mangiare e volavo in palestra per uscirne quasi a notte fonda.”
Quando c’è passione non te ne accorgi, il tempo passa decisamente veloce.
“Ai tempi di Bonitta coach della nazionale partivo e andavo ad allenarmi anche con loro a Ravenna. Ad alzare c’era la Lo Bianco. Sono stata fortunata, ho incontrato davvero allenatori molto bravi.“
“Non mi è mai importato guadagnare tanto, la cosa più importante è sempre stata stare bene con me stessa, con la gente, con la società.”
Il nostro caffè l’abbiamo già finito da un pezzo, cerco di andare alla cassa. “Tranquilli è già tutto pagato. Ha voluto offrirvi la colazione quel ragazzo lì.” Ma certo, Emanuele – sorride Caterina – è sempre in palestra a ogni allenamento ad aiutarci in ogni modo. Ha una passione infinita.
“È bello ed importantissimo poter fare conto su persone così Come Emanuele o ad esempio Alessandro.”
A Palau si respira decisamente una bella aria
“Qui mi vogliono decisamente bene.” Caterina è una ragazza (a 40 anni si è ancora ragazzi!) solare. Magari se non la conosci può sembrare introversa, ma bastano davvero quattro chiacchiere di quelle vere e sincere per capire il suo vero carattere.
Una di quelle persone che tutti vorrebbero avere dalla propria parte. In campo fa sentire molto la sua presenza, anche dalla panchina.
A Trescore ti abbiamo visto dare continuamente suggerimenti alle tue compagne.
“Io sono fatta così, in qualche modo si deve sempre partecipare ad una partita e quando il mio coach mi dice di entrare voglio sempre farmi trovare pronta.”
Alla fine il Capo d’Orso ha perso quel match (al quinto set di un soffio, dopo che il sestetto palaese era in vantaggio 2 set ad 1, ndr) “Ma abbiamo messo in campo tutta l’energia che avevamo.” Coach Guidarini non si fa certo problemi, sa quanto l’esperienza di Caterina risulti fondamentale, quanto sia utile per il gruppo.
L’ULTIMO BALLO
Ma gli anni passano. “Dalla prima volta che ho pensato di chiudere con la pallavolo sono trascorsi ancora altri 11 anni. Adesso siamo davvero ai titoli di coda. Questa è la mia ultima stagione. E poi non parlatemi di allenare, ho bisogno di staccare. Ho iniziato a 15 anni, sono passati 26 stagioni, una vita.”
QUESTA CASA NON È UN ALBERGO
“Me ne sono andata fuori di casa presto quando i giovani normalmente iniziano ad andare all’università. A 18 anni le mie prime valigie, subito 400 km di distanza a giocare in provincia di Brescia. Il mio fratellino ci è rimasto un po’ male. Abbiamo 11 anni di differenza. Io mi sono abituata a stare lontano da casa, ma i miei mi hanno sempre detto ‘Non ci si abitua mai’. Mentre Paolo, ancora piccolino, quando rientravo non perdeva occasione per rimproverarmi: ‘Questa casa non è un albergo!’ Con il tempo ci siamo però avvicinati molto e recuperato il tempo perduto.”
A parlare con il capitano del capo d’Orso il tempo passa decisamente veloce.
E nei fine settimana è ancora molto piacevole vederla sul parquet. Dal niente è capace di inventare colpi pazzeschi, come quello nell’ultimo match contro una delle sue ex squadre, il Villa Cortese. Un pallonetto di secondo tocco con i piedi a terra verso la zona 1-2 avversaria. Tanti applausi davvero ad un’ atleta incredibile e ad un persona deliziosa.
Ma non è ancora finita, c’è infatti una stagione ancora tutta da giocare.
“Finora tanti alti e bassi, qualche problema e infortunio di troppo, ma abbiamo tutte le potenzialità per invertire il trend.”
LE PROSSIME PARTITE
Sabato 10 febbraio il campionato riprende con la trasferta di Trecate. “Poi finalmente torneremo a giocare davanti al nostro pubblico sabato 17 febbraio contro il Parella Torino.” Caterina lancia un piccolo appello. “Abbiamo bisogno del sostegno dei nostri tifosi.”
D’altra parte non si può perdere l’occasione per vedere ancora all’opera Caterina Sintoni e magari provare a farle cambiare idea. Un’atleta cosí non dovrebbe smettere mai di giocare.
Raffaele
Bellissimo articolo brava Caterina
Roberto Dell'Olivo
Grazie Raffaele