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A Londra Italia protagonista, ma tra Nazionale e Berrettini dice la sua anche Simone Bolelli

di Ruggero Canevazzi

Nel giorno in cui Londra assiste, tra Wembley e Wimbledon, a due finali con gli azzurri in campo, RDO Sport non ignora il risultato di un altro grande erbivoro italiano

Oggi l’Italia sportiva di tifosi e appassionati vive una giornata di grande passione in una delle domeniche più azzurre di sempre: Matteo Berrettini in finale a Wimbledon e la Nazionale di calcio in finale a Wembley. Per la prima volta nella storia (in 144 anni!) un italiano all’ultimo atto dei Championships, per la terza gli italiani alla partita conclusiva che assegna l’Europeo. Mentre dunque oggi viviamo con enorme entusiasmo – ed è quantomeno sacrosanto – una scorpacciata di sport da assoluti protagonisti nella capitale britannica, non dobbiamo (anzi non possiamo) lasciar cadere nel dimenticatoio un altro azzurro che a questo Wimbledon di strada ne ha fatta eccome, anzi nell’Era Open ha spesso difeso il tricolore in un’epoca recente certo non grassa ed opulenta come l’attuale epoca del Rinascimento Italiano. 

Stiamo parlando di Simone Bolelli, un grande talento della provincia bolognese (per meglio dire di Budrio) che troppo spesso negli anni è stato tartassato dagli infortuni, ma è sempre riuscito a risorgere, prima in singolare e poi in doppio, palcoscenico sul quale sta brillantemente concludendo la carriera. 

Quest’anno sui prati di Church Road Simone, che in doppio ha raggiunto i migliori risultati al fianco di Fabio Fognini (su tutti il titolo Slam all’Australian Open 2014) ha fatto coppia con l’argentino Maximo Gonzalez, issandosi sino alle semifinali, perdute contro il doppio tds n.4 formato da Horacio Zeballos (un altro albiceleste) e dallo spagnolo Marcel Granollers.

Gonzales e Bolelli (©rdosport)

Nel loro percorso, tra le quattro vittorie che gli hanno portati fino al penultimo atto del torneo spiccano l’eliminazione di due teste di serie. La coppia n.11 del seeding formata dal finlandese Kontinen e dal francese Roger-Vasselin al secondo turno (7-6(5) 6-2) e la tds n.14 del sudafricano Klaasen e del giapponese McLachlaan ai quarti di finale. Due risultati non indifferenti, se consideriamo che in semifinale c’erano 3 teste di serie su 4 (gli unici “estranei” erano proprio Bolelli-Gonzalez) e che il torneo è stato vinto dalla coppia testa di serie n.1, i croati Mektic e Pavic. Insomma, una semifinale raccolta a quasi 36 anni e contro pronostico.

Simone Bolelli tra i protagonisti del Sardegna Open in doppio

Del resto Simone in doppio è sempre stato una certezza. Oggi n.46 del ranking, ha raggiunto il n.8 nell’agosto 2015. Al fianco di Fognini, oltre al risultato più grande dello Slam australiano nel 2015, ha trionfato anche a Umago (2011) e Buenos Aires (2013). Ha vinto anche assieme a Horacio Zeballos (suo avversario e giustiziere nella semifinale di giovedì) a Monaco (2011) e ad Andreas Seppi a Dubai (2016). Il recente sodalizio con Gonzalez sta pagando tantissimo: i due hanno già vinto quest’anno 3 titoli, a Santiago, Parma e Maiorca. Simone vanta quindi 7 titoli ATP di doppio, 5 sulla terra e 2 sul duro.

Simone Bolelli ha giocato a Wimbledon anche in coppia con Fabio Fognini (©foto di Roberto Dell’Olivo)


In singolare si è spinto fino al n.36 del mondo, ha giocato la finale ATP di Monaco 2008, battuto da un altro Gonzalez, il famoso cileno Fernando “Mano de Piedra”, finalista nel 2007 all’Australian Open e a Madrid e nel 2006 a Roma, mentre a livello Challenger vanta 9 finali e 5 titoli (Biella, Tunisi, Bratislava, Torino e Florianopoli). Oltre ai risultati, Simone è stato protagonista di grandi battaglie.

Come dimenticare il primo turno del Roland Garros 2017 contro Rafa Nadal, quando sotto 2-0 estrasse dal cilindro un rovescio monstre, tanto scintillante quanto esplosivo, capace di costringere Rafa al tie-break, perso da Simone dopo aver giocato tre set-point dal 6-3, sommerso dagli applausi del pubblico del Philippe Chatrier. O i tre terzi turni a Wimbledon, nel 2008 contro il campione 2002 Lewyton Hewitt, nel 2011 contro lo specialista Gasquet e soprattutto nel 2014, quando giocò una grande partita contro la tds n.10 Kei Nishikori, persa al quinto set dopo essere stato avanti 2 set a 1 e tre volte a due punti dal match.

Non dimentichiamoci però il suo attuale compagno, l’argentino trentasettenne Maximo Gonzalez concittadino di Juan Martin Del Potro (sono entrambi di Tandil), attuale n.36 del ranking di doppio. Maximo vanta 11 titoli di specialità e quest’anno con Bolelli ha già eguagliato il suo anno più vittorioso: sia nel 2019 che ne 2021 ha alzato al cielo tre trofei, ma ci aspettiamo che con Simone quest’anno migliori il suo record.

Simone Bolelli e Maximo Gonzales – vincitori Atp 250 Parma 2021 (©rdosport)

Anche in singolare però non è tanto semplice da affrontare. Oltre al secondo turno a Montecarlo 2011, Gonzalez ha giocato le semifinali di Kiztbuhel e Umago e altri sei quarti di finale a livello ATP. A livello Challenger ha giocato ben 24 finali, vincendo 18 tornei. Nonostante 3 finali vinte su 4, l’argentino in finale ha sofferto gli italiani, avendo perso due volte su due, nel lontano Challenger 2009 di Torino (battuto da Potito Starace 7-6(6) 6-3) e nel ben più recente Challenger di Cortina del 2015, superato da Poalo Lorenzi per 6-3 7-5.  

Maximo Gonzales, quanto è bello vincere a quasi 38 anni

 

Avanti così grande tandem italo-argentino, regalateci altri exploit: per noi non passeranno mai inosservati, nemmeno in questo 2021 dove abbiamo avuto Sinner in finale a Miami e Berrettini in finale a Wimbledon!

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