VENTI DI NOLE
Di Ilvio Vidovich
La rincorsa è finita. La rincorsa all’immortalità tennistica: il record di titoli Slam. Ora per Novak Djokovic sono venti, gli stessi conquistati da Roger Federer e Rafael Nadal. Una rincorsa iniziata quasi tredici anni e mezzo fa quando, appena ventenne, il belgradese diventava il primo tennista serbo a vincere un titolo Slam in singolare (pochi mesi dopo sarebbe arrivata anche la prima vittoria in campo femminile, per merito della sua coetanea e concittadina Ana Ivanovic). Era stato il primo soffio di vento, la prima brezza che arrivava da quella zona dei Balcani a scompigliare il tennis mondiale maschile….
In realtà dopo quella vittoria a Melbourne niente faceva presagire quanto sarebbe accaduto, anche perché Nole dovette attendere altri tre anni e dodici Slam, dieci dei quali vinti dai suoi due grandi rivali, prima di portare a casa il secondo Major e soffiare via – per rimanere nell’analogia meteorologica – l’etichetta di “One Slam Winner” che accompagna tanti campioni capaci di un solo grande exploit (ma che exploit!) nella loro carriera.
E anche in quel gennaio del 2011 pareva impossibile ipotizzare che il serbo potesse solo immaginare di iniziare la rincorsa di cui parlavamo all’inizio: Federer era già il recordman assoluto, con 15 titoli, e Nadal era ad un passo dalla doppia cifra. Ma con quella seconda vittoria a Melbourne il vento che soffiava da Belgrado iniziò a farsi sempre più forte, certificando il ruolo di “terzo incomodo” di Nole nella lotta al vertice del tennis mondiale, che sembrava dovesse essere una questione esclusiva tra Federer e Nadal.
E negli anni successivi abbiamo imparato che la parola impossibile non rientra nel vocabolario di Novak Djokovic, quando si tratta di raggiungere i traguardi più prestigiosi della storia del tennis. Da quell’Australian Open 2011 al torneo di Wimbledon appena conclusosi, si sono disputati 42 tornei del Grande Slam e 19 di questi li ha vinti Djokovic. Basta questo dato per far capire come nell’ultimo decennio quella brezza che era iniziata a soffiare nel gennaio del 2008 era diventata una tempesta che aveva sconvolto il tennis mondiale maschile, le sue gerarchie, la sua storia.
Con la sesta vittoria sull’erba di Church Road, Novak Djokovic ha aggiunto e aggiornato anche altre voci della sua lunghissima lista di record. Ne citiamo solo alcune: è il primo tennista dell’era Open maschile a vincere i primi tre Slam della stagione dopo Laver nel 1969, il quarto a vincere tre Wimbledon consecutivi dopo Borg, Sampras e Federer, ha rafforzato il primato di Slam vinti dopo i trent’anni (ora sono otto).
Le sue prossime sfide (im)possibili le conosciamo tutti: vincere la medaglia d’oro alle prossime Olimpiadi, l’unico grande titolo che manca ancora alla sua bacheca, e poi a seguire lo US Open, per regalarsi la storica impresa del Grande Slam (che sarebbe addirittura “Golden” se abbinata al titolo olimpico a Tokyo) e diventare così primatista unico per titoli Slam vinti in campo maschile.
Nole è arrivato a quota venti, ma i venti di Nole continuano a soffiare impetuosi sul tennis mondiale per accompagnarlo nella leggenda di questo sport.