L’homme de court Stefano Iellamo racconta il “suo” Montecarlo
In questi giorni si fa sentire ancora di più l’assenza del grande tennis, in questa settimana era infatti in programma il primo Master 1000 su terra battuta della stagione. Fabio Fognini resterà così il campione in carica per un altro anno ancora e lo ritroveremo a Montecarlo fra 12 mesi a presenziare il “Tirage au sort”, come di consuetudine, il venerdì prima dell’inizio del torneo.
Il bel tempo di questi giorni mette ancor più un pò di nostalgia a tutti quelli che normalmente qualche giorno erano abituati a trascorrerlo sulla costa da Nizza a Mentone.
Per rendere in qualche modo vivo il master 1000 di Montecarlo 2020 abbiamo allora raggiunto un “Homme de court”, Stefano Iellamo, da 14 anni uno degli addetti ai campi monegaschi. Anche lui costretto a restare a casa nella sua Torino.
“Tutto sembrava all’inizio propendere per la volontà di disputare il torneo – racconta Stefano – Mi è arrivata infatti come sempre via mail la convocazione ufficiale in cui si chiede la conferma della nostra disponibilità. Poi un paio di settimane più tardi ecco un’altra mail in cui si affermava la volontà di effettuare ancora il torneo, ma a porte chiuse. Infine lo stop definitivo e l’arrivederci all’anno prossimo.”
Come si diventa Homme de court?
“E’ successo tutto un po’ per caso, un giorno sono andato a trovare un mio amico mentre lavorava proprio durante il torneo . Così parlando del più e del meno, mi ha invitato a fare domanda per poter diventare un addetto ai campi. Un po’ per gioco decisi di provarci. Da quella richiesta sono poi passati 7 anni prima di avere una risposta affermativa.”
Lo sai di essere invidiato da tanti?
“Non ho difficoltà ad immaginarlo, è quasi un sogno già per me, vista la mia passione per il tennis, ma attenzione c’è davvero molto da lavorare. Una nostra giornata tipo inizia alle 6.45 ( tutti i campi devono essere già pronti fi dalle 8 del mattino) e termina sempre circa 40 minuti dopo la fine dell’ultimo allenamento con copertura di tutti i campi, sempre, a prescindere dalle condizioni atmosferiche. In giornate di pioggia ci è capitato comunque di finire anche verso le 22.”.
In quanti siete?
Circa una ventina, per tre quarti francesi ed un gruppettino di italiani. Lavoriamo in squadra. Preparare la terra rossa richiede a volte la presenza anche di 6-8 persone, tipo quando si deve” risvegliare” il terreno, togliere le buche, riappianarlo. Per quanto sia faticoso, va detto che in una location come quella di Montecarlo tutto diventa più piacevole”.
Arriviamo all parte più bella, quella del contatto con i giocatori.
“Soprattutto nei primi giorni, anche quelli pre torneo quando non c’è ancora l’assillo della partita, i giocatori ci dedicano un po’ più del loro tempo. Quasi tutti sono molto gentili con noi. Metterei al top Dimitrov davvero una persona speciale, tanto ma davvero tanto disponibile. Con gli italiani qualche battuta scappa sempre. Tra i rapporti più difficili ci metterei invece quelli con il francese Benneteau (ora si è ritirato, ndr) e anche Zverev, un ragazzo non sempre molto socievole.
Un aggettivo per i big 3.
“Nadal cordialissimo, Djokovic simpatico, ma va a giornate, Federer molto diplomatico.”
Ormai si può dire ti conoscono e ti riconoscono
“Cilic l’anno scorso si è avvicinato salutandomi addirittura per nome. Fa un immenso piacere. Un cenno di saluto lo ricevo sempre da Fognini, ma anche Bolelli per dire. Tutto ciò ti fa sentire parte di un mondo che a me piace tantissimo”.
Hai foto insieme con quasi tutti i giocatori, ma ce n’è una che conservi in modo speciale ?
“Non ti nascondo che quando si allenava Federer il cuore batteva a mille. Ho foto con quasi tutti ma quelle fatte con lui per me hanno un sapore davvero speciale. A questo punto dal momento che non si è giocata l’edizione 2020 nella quale l’elvetico aveva deciso di non parteciparvi, mi resta una speranza: chissà che Roger decida di farci il regalo e di onorarci ancora della sua presenza nel 2021”.
Un sogno , quello di Stefano, che siamo sicuri essere anche quello di tanti, compreso il direttore del torneo Zeljko Franulovic. Appuntamento quindi ad aprile dell’anno prossimo per una nuova edizione del Master di Montecarlo.