Diario dall’ Australia 2019/4 Il tempo vola
Da Perth a Melbourne circa tre ore di volo altrettante di fuso orario, ma quello che cambia principalmente è il tempo. Se a Perth c’è stato modo di gustare ogni cosa con le giuste pause, qui a Melbourne si è entrati di colpo in un ingranaggio in cui il fattore tempo è diventato un qualcosa di quasi impercettibile. E’ già passata una settimana e non me ne sono praticamente accorto. Da quando sono entrato al Melbourne Park, non si cammina, si vola!
Uno degli ingressi agli Australian Open (©rdophoto)
Eccomi con Renzo pronto ad entrare al Melbourne Park, ognuno con il suo pass
Subito appena entrati ecco la prima emozione. La cerimonia di apertura degli Australian Open 2019 con tanto di bandiere, raccattapalle schierati e due icone come Evonne Gollagong e Rod Laver a portare i due trofei.
Da un campo all’altro, 5 minuti per il pranzo, quando ci si ricorda che forse è meglio mangiare qualcosa. Ci sono tanti italiani da immortalare. Almeno nei primi giorni. Toh chi si rivede: Luca Vanni,
La grinta di Luca Vanni non è bastata per superare per la prima volta il primo turno in uno slam (©rdophoto)
Due anni fa uscì al primo turno perse per un problema muscolare ma contro un big, questa volta si è mangiato un’altra occasionassimo contro lo spagnolo Carreno Busta.
Un finale di quarto set buttato al vento. . Pensa come sarebbero cambiate le cose con Vanni al secondo turno. Invece poi al terzo turno ecco cadere anche Fabio Fognini proprio da Carreno. Ma che volete che si dica di Fognini ! Quando si invecchia i difetti crescono e difficilmente si riesce a toglierli. Non serve dire altro, lasciamo parlare magari qualche foto.
Tre immagini del Fognini australiano (©rdophoto)
C’è poi la prima volta di Stefano Travaglia, bene al primo turno, ma anche lui si scioglie al quinto set dopo un match quasi vinto contro Basilashvii.
Superato lo scoglio delle qualificazioni Travaglia si ferma solo al quinto set nel primo turno. Un buon Australian Open per lui (©rdophoto)
Matteo Berettini al primo turno si è trovato di fronte il greco TsiTsipas, giocando a lungo assolutamente alla pari.
C’è poi un top 20 in gara come Cecchinato. Marco sul cemento non ne ha combinate tante di nuove e contro il serbo Krajnovic ha confermato le sue debolezze. Direi anche mentali. Anche in questo caso match vinto in tre set ,ma perso in cinque.
“Ma gli italiani si sono allenati per giocare i 250 non gli slam?” Si domanda a voce alta l’amico Bruno che ritrovo per la terza volta al mio fianco in sala fotografi. Quest’anno ci hanno messi direttamente in una sala diciamo interna nella Rod Laver Arena. Da lì senza vedere la luce del sole si arriva nel campo centrale per dei corridoi interni tipo quelli di cui a questo video che immortala Roger Federer bloccato dalla security.
Ma continuiamo con gli italiani in gara.
Andreas Seppi ha appena fatto finale a Sydney. “Dovrebbe sempre giocare in Australia e sull’erba” mi dice scherzando il suo coach Massimo Sartori.
La finale di Sydeny ed il terzo turno a Melbourne. La compagnia d’Australia 2019 è stata positiva per Andreas Seppi (©rdophoto)
Qui Andreas parte bene, arriva al terzo turno ma si blocca davanti allo spiritato Tiafoe. Uno che zitto zitto sta crescendo cercando di ritagliarsi uno spazio importante nel tennis del prossimo futuro.
Tiafoe a fine match mostra i suoi muscoli felice per il successo su Seppi (©rdophoto)
Uno spazio speciale lo merita Thomas Fabbiano, l’italiano che ha fatto emozionare di più. Per la voglia di lottare fino in fondo, per l’umiltà, per gli atteggiamenti, perché ha vinto un match quasi epico contro il gigante americano Opelka e perché ha dato tutto al terzo turno contro il bulgaro Dimitrov allenato da Agassi.
Fabbiano più forte del gigante Opelka (©rdophoto)
Nel femminile c’è invece solo Camila Giorgi. Ma gioca davvero bene, decisa sicura, Anche nel match di terzo turno nella Rod Laver Arena contro Pliskova, una ex numero uno.
Camila accontenta qualche tifoso (©rdophoto)
Camila Esce a testa alta , di fretta come a Wimbledon dopo aver perso da Serena Williams. Appena il tempo di prendere la borsetta in panchina, lo speaker non fa quasi nemmeno il tempo di nominarla che lei è già negli spogliatoi.
A proposito del tempo che vola!
Gli italiani sono tutti fuori alla fine della prima settimana.
Nel mezzo, con Renzo, abbiamo visitato la città. Visitato è una parola troppo grossa. Ma avendo trovato una camera in zona centrale si passeggia ogni mattina ed ogni notte in mezzo ai grattacieli di Melbourne. Almeno per i primi cinque giorni. Poi abbiamo pure effettuato un trasferimento mattutino pre tennis in un nuovo alloggio che ci ospiterà fino alla fine degli Australian Open. Che per chi ci ha già seguito gli anni scorsi risulterà un po’ familiare.
Il centro di Melbourne visto dal quartiere South Yarra (©rdophoto)
Renzo ha promesso che ci racconterà nei prossimi giorni le sue impressioni di questa sua prima volta australian. Ma pure lui ha bisogno di tempo. Gira come una trottola da un campo all’altro come spettatore ed è difficile davvero incrociarsi. 5 minuti qui o là, come ad esempio sotto lo stand della LAvazza dove c’è niente meno che Andrè Agassi, testimonial Lavazza, che si concede a qualche intervista, ad esempio anche con l’amico Dario Castaldo (Supertennis) ed Ubaldo Ubitennis Scanagatta.
Dario Castaldi uno dei volti di Supertennis, con Andreas Agassi che gli autografa anche una pallina (©rdophoto)
Una foto col fotografo in questi casi è assolutamente d’obbligo.
Tra i big bene Nadal , Djokovic ha perso un solo set da Shapovalov., mentre Federer cade proprio di domenica contro il greco Tsitsipas (ne parleremo a parte) segno di un tempo che inizia a passare.
Rafa Nadal sorridente con le mani al cielo. Buono il suo percorso della prima settimana degli Australian Open (©rdophoto)
I Fab Four sono ormai storia passata. Il peso degli allenamenti della fatica del tennis ha fatto la prima vittima illustre. Andy Murray potrebbe aver giocato la sua ultima partita contro Bautista Agut alla Melbourne Arena nel primo turno . Sembra una vita fa ma era asolo qualche giorno fa. Una match epico lungo 5 set in cui forse lo spagnolo era condizionato dalle condizioni fisiche difficile di Andy.
Andy Murray in azione alla Melbourne Arena, il terzo campo principale degli Australian Open (©rdophoto)
L’operazione all’anca sembra non dargli la possibilità di poter continuare a giocare qi suoi livelli La voglia, la forza mentale è però encomiabile. Resterà una delle immagini di questi Australian Open.
Ragazzi …. una settimana se ne è ormai andata e tra non troppo saremmo già alla fine. Meglio rallentare i ritmi e gustarsi ogni momento.
Vado a fare colazione. Alla prossima puntata.