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Rublev out per squalifica. Bublik lo difende – LE IMMAGINI DELL’ACCADUTO

Sorpresa e delusione per i tantissimi spettatori del Dubai Tennis Stadium, stasera. La prima semifinale tra Rublev e Bublik è stata brutalmente troncata per squalifica del russo. Proprio sul più bello, sul punteggio di 6-7(4), 7-6 (5), 6-5 in favore del kazako.

Rublev sconcertato (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

LA DINAMICA

La partita è una di quelle incredibili, tra rally ed errori da parte di entrambi i tennisti, condita da ace in serie e passanti da urlo. Bublik fa un po’ il pazzerello alla sua maniera, sorridendo in campo. Rublev è partito da subito con molto nervosismo, ma si è concentrato mano a mano.

Bublik ridacchia al cambio campo (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

UNA (NON) CHIAMATA INCRIMINATA

Siamo al terzo set. 5 pari, servizio Bublik. 40-30. Uno scambio molto lungo, in cui un colpo di Bublik sembra fuori sulla linea di fondo ma non viene chiamato, si continua a giocare – Rublev non ferma il gioco con uno dei suoi due challenge rimanenti. Dal pubblico qualcuno grida out. Il rally è vinto dal kazako, alla fine, per un errore di Rublev.
Appena terminato lo scambio, Andrej inferocito si gira verso il giudice di linea di fondo campo e con le mani “all’italiana” inizia ad urlargli contro. Si avvicina all’uomo, troppo e troppo a lungo nonostante si parli solo di un paio di secondi. Urla Rublev, visivamente imbestialito per quella dubbia chiamata “in” sulla palla di Bublik che gli sarebbe valsa la parità. Dalla mimica, Andrej sembra dirgli che non ne abbia(no) azzeccata nemmeno una, di chiamata, e che forse sarebbe meglio che il giudice cambi lavoro.

Rublev si gira immediatamente al giudice (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

Quando il russo arriva alla panchina, ignaro di cosa sta per accedere, si affaccia in campo il supervisor Roland Herfel che non ha molti dubbi su cosa fare. Chiama a rapporto il giudice incriminato ed il giudice del servizio (che era di fianco al collega) guarda caso russofono. Il GDL “colpevole” se ne rimane alla rete, distaccato da cosa sta succedendo tra Herfel ed il collega, così come Bublik – il quale è a fondo campo dalla parte di Rublev ad aspettare che l’avversario torni in campo.

Rublev discute con Herfel (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

“Cosa gli hai detto in russo?” è stata la domanda. La risposta sembra essere piuttosto eloquente, anche se Rublev afferma di non aver mai parlato in russo, bensì in inglese. Risultato immediato: senza troppi giri, una squalifica netta dall’ATP di Dubai. Addio seminifinale, addio finale, addio montepremi e punti guadagnati finora. Rublev è incredulo e, più disarmato che mai, non oppone alcuna resistenza e mette via racchette e fascia. Bublik è sconvolto a sua volta, vorrebbe continuare l’incontro, e chiede delucidazioni ad Herfel che manda tutti fuori dal campo. Finisce così l’incontro.

Herfel di spalle, il giudice se ne ritorna in postazione mentre Rublev non crede a cosa sta succedendo (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

LA CONFERENZA STAMPA DI BUBLIK

A pochi minuti dalla fine dell’incontro, Alexander Bublik è in conferenza stampa. Molto amareggiato, lo ammette. “È stata una partita durissima. Entrambi meritavamo di vincere, il punteggio parla chiaro. – dichiara il kazako – Non c’è molto da dire, potevo anche perdere l’incontro, non sono il vincitore.

Sasha Bublik in conferenza, deluso (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

Questo è l’effetto ‘umano’ (human fact, ndr). È la vita, sbagliamo tutti. Ha sbagliato Andrej, hanno sbagliato anche i giudici. Non c’è molto da dire, onestamente. Personalmente preferivo perdere una partita così combattuta, che vincerla in questo modo.
Quanto a onestà e saggezza Sasha ha qualcosa da insegnare. Prosegue: “Ho sbagliato anch’io, ho urlato contro l’arbitro e non sono stato contento di come mi sono comportato. Ma giustamente ho ricevuto un warning. Ogni media ora parlerà di questo fatto, ma io sono contro i tweet o i post di questo tipo.”

Bublik fa la racchetta a pezzi – che saltano via dal telaio (foto © Rdosport & Marta Magni Images)

“Quando ci sono i visori elettronici tutto questo non succede. Che si parli anche di una chiamata tardiva come spesso sulla terra capita.  Questa è la nostra passione, il nostro sogno, noi lo facciamo per lavoro. Magari uno ci sta tre anni per arrivare dov’è e poi si vede togliere un punto fondamentale dopo tre ore di partita per questo genere di errori. È una colpa di Andrej? Forse. È colpa del giudice? Forse! Però si può sostituire o togliere un giudice, non si non può togliere Andrej. Il tennis è tennis perché ci sono i giocatori e non possono essere ‘eliminati’, i giudici sì. Di fatto c’è, esiste un sistema per non incappare più in questi incidenti. Intendo, può capitare anche a me stesso, ma sono situazioni che non devono più ripresentarsi. Domani giocherò, ma non me la sono meritata totalmente questa finale, in fin dei conti.

LA SEQUENZA FOTOGRAFICA DA BORDO CAMPO

 

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