Nello sport e nella vita siamo tutti fuoriclasse: vola con il pensiero oltre le tue abitudini
“Cosa fai domani? La stessa cosa di sempre negli ultimi 20 anni, vado a lavorare.” DI questi tempi c’è da considerarsi già fortunati nell’ avere un impiego, uno stipendio a fine mese che ti consenta di vivere. Eppure non sempre c’è da essere così contenti. “Vorrei guadagnare qualcosa in più. Guarda quei calciatori che corrono attorno ad un pallone, loro si fanno quello che gli piace e sono pure miliardari. Sai da piccolo mi allenavo con la squadra del mio paese e mi dicevano che ero pure bravo, ma poi i miei genitori mi hanno raccontato che non era così che si doveva vivere ed eccomi che sono diventato un professore. Devo comunque ringraziarli mi hanno dato tutto quello che potevano!” Quante volte vi siete ritrovati a disquisire in questo modo?
Ad un certo punto, nella strada della nostra vita, qualcuno decide però di non accontentarsi ed inizia a riflettere, a cercare un suo nuovo percorso. La sua vera vocazione, che ha tenuto sempre nascosta dentro di se e che non ha avuto la forza per riconoscerla e tanto meno darle vita.
Si studia, si lavora si vive, ma quanti di noi fanno qualcosa che veramente li soddisfa?
E’ così che nasce il progetto SIAMO TUTTI FUORICLASSE, made by Sport4life
Riccardo fa l’insegnante di lettere, materie umanistiche italiano e storia. Il suo lavoro gli piace, è uno di quelli fortunati, ma c’è qualcosa che lo infastidisce. “Le regole di una scuola troppo tradizionale bloccano la creatività, la fantasia.”
Lo vede negli occhi dei suoi allievi persi in una quotidianità spesso troppo monotona, che non li aiuta, non li spinge ad essere curiosi. Ma Riccardo Spadoni, 41 anni di Milano, è uno di quelli che non si è fermato, che con il pensiero gira il mondo, è perennemente curioso. Il sistema scuola non l’ ha mai convinto ed ha iniziato a cercare qualcos’altro, imboccando un nuovo percorso nel mondo del coaching, con tanto di sperimentazione diretta sul campo.
“Voglio riportare la filosofia e il metodo umanistico all’interno dei processi di apprendimento e studio con i ragazzi.”
La sua curiosità l ‘ha così fatto incontrare Paolo Loner e Stefano Massari e qualche tempo più tardi anche Cristiano Pravadelli. Che già lavoravano con i ragazzi, ma in un ambito prettamente sportivo. Un incontro provvidenziale, che ha dato ancora più energia alla curiosità di Riccardo.
Non c’è differenza tra scuola sport e vita, tutto fa parte dello stesso mondo
Un progetto dedicato allo sport può essere riproposto anche nel mondo scolastico. “Se possiamo allenare un’atleta a concentrarsi su quello che fa, ad acquisire consapevolezza dei propri mezzi, a diventare autonomo – riflette Spadoni – perchè non farlo anche con uno studente?”
Quanti atleti trascurano la scuola e alla fine non riescono a diventare professionisti, si perdono per strada ed entrano in crisi?
Come nello sport così nella vita, tutto fa parte dello stesso mondo, tutto si intreccia. E allora ecco la vera intuizione: perché non allenare i ragazzi alla vita, a riflettere, a pensare?
La scuola è spesso vista solo come una strada per ottenere un buon lavoro, una specializzazione o il prepararsi per l’università. Ma l’ obiettivo dovrebbe essere molto più alto: la scuola come un mezzo per scoprire chi sono e come e’ fatto il mondo. Un modo per aprirsi alla realtà con passione.
Ecco la parola magica che fa la differenza. Quando c’è passione tutto diventa più facile.
“Sono ormai 5 anni che sto elaborando questi concetti – racconta Riccardo Spadoni – prima un po’ da solo poi insieme al gruppo SPORT4LIFE. Abbiamo così tutti insieme creato un metodo che, nato in un ambito prettamente sportivo, si è via via trasformato in un metodo globale che abbiamo adattato anche all’apprendimento scolastico.”
Ma attenzione, vogliamo subito tranquilizzarvi, con il progetto TUTTI FUORICLASSE non si parla di matematica, né di geografia, ma si insegna ai ragazzi come capire le loro attitudini, le loro passioni, i loro punti di forza. E in più generale l’amore per l’ apprendimento.
Parlare con Riccardo è molto affascinante, Come d’incanto mi ha riportato ai tempi delle mie suole medie. Non ho mai avuto grande passione per lo studio in generale, ma ricordo che mi piaceva molto seguire le lezioni di storia e geografia, piuttosto che qualsiasi altra materia. Merito del professore, che aveva adottato un metodo d’insegnamento vicino a quello di un gioco. Parlava con noi, piuttosto che leggere asetticamente un libro e la classe era diventata parte attiva di un progetto. Ci aveva abituati proprio a pensare.
Scegliere una metodologia appropriata, un percorso corretto, aiuta ad aprire la mente dei nostri ragazzi. Ma devi essere allenato a farlo. Altrimenti si rischia di perdersi.
“I ragazzi vanno aiutati a volare con il pensiero oltre le mura delle proprie abitudini.” E’ una cosa più forte di Riccardo. La sua passione per un insegnamento diciamo non tradizionale è evidente proprio in ogni sua parola.
“Ho conosciuto un ragazzo che aveva deciso di abbandonare la scuola, guardava solo la televisione non studiava, ma era un grande appassionato di sport, amava in particolare molto il tennis. Allora un giorno gli ho proposto di leggere un libro appunto di tennis. Dove c’erano però anche dei concetti riconducibili ad altre materie, come la storia ed anche la filosofia. Ebbene dopo un anno è tornato a scuola, ha scelto il liceo delle scienze umane e si è diplomato. Ecco cosa può fare la forza del pensiero e della passione. Certo ci vuole tempo, e soprattutto ci vuole allenamento,”
Un metodo di studio alla base per acquisire una nuova apertura mentale e che possa contribuire a diminuire la distanza attuale che c’è tra scuola e vita,
“Se studio chimica o leggo Dante, ma non creo dei collegamenti con la vita di ogni giorno, rischio che tutto resti fine a se stesso. Che ne so, posso dare come tema di un compito in classe “Scrivi una lettera con Napoleone”, ma al tempo stesso chiederò di comporre anche una “lettera con un amico”. Dare un senso di collegamento tra quello che studio a scuola e la vita di ogni giorno.”
Alla ricerca di una nuova apertura mentale, grazie ad un allenamento che ti faccia imparare bene e divertendoti. Alla fine si corre solo il rischio di capire che NELLA VITA POSSIAMO ESSERE TUTTI DEI FUORICLASSE.