TOP

Diario da New York/4 Waiting for Osaka

Non vi nascondo che mi sarebbe piaciuto avesse vinto Serena Williams. Mi sembrava una bella storia che andava a completarsi . Il grande ritorno dopo essere diventata mamma ad oltre 30 anni, vincendo il titolo a New York.  Nel mio viaggio in volo dell’andata avevo visto fatalità proprio BEING SERENA, il documentario sulla campionessa americana, la storia del suo diventare mamma  visibile dal mondo intero. Un avvenimento tra i più intimi, pronto  a diventare di dominio pubblico. Ma poi visto quello che è successo in campo mi sono ricreduto, davvero molto meglio abbia vinto la piccola Osaka.

Copia di serena dito blog.jpgIl primo momento della protesta di Serena contro l’arbitro Carlos Ramos, reo di averle dato un Warning per coaching (©rdophoto)

 

Brava la giapponesina Naomi a restare impassibile di fronte a quello che stava accadendo attorno a lei.

Copia di osaka pugno.jpg

Giovanissima, a tratti ingenua, al limite dell’inverosimile. Vive in un mondo tutto suo, non le piace uscire la sera  (così ha dichiarato in press conference) “Festeggerò magari giocando alla play station.” Quello che è sicuro è che ha il suo bel caratterino.  Se qualcuno in sala stampa (leggasi il direttore di Ubitennis) le chiede il perché del cognome Osaka, come la mamma, come il nome della città giapponese e non come il papà, lei ci scherza sopra, al limite della presa in giro. “Tutti quelli che sono nati ad Osaka hanno come cognome Osaka.”   Davvero?  E Naomi se la ride dicendo semplicemente di NO. Resterà il dubbio se davvero voleva essere spiritosa o provocatoria rispetto alla domanda forse considerata poco interessante.

Copia di osaka press.jpg

 

Una conferenza stampa  certamente di taglio diverso rispetto quella dello scorso anno con protagonista Sloane Stephens. A cui è piaciuto molto  il palcoscenico della reginetta degli Us Open.  Naomi sorprende invece tutti per la su pacatezza. E’ originale, fuori dal mazzo. E per questo l’ ho trovata sicuramente interessante.

Domenica a New York si è messo a piovere. E’ il giorno della finale tra Del Potro e Djokovic. Ma come d’abitudine al mattino c’è l’appuntamento per la Photo opportunity con  la vincitrice del torneo femminile.  L’anno scorso si andò a Central Park, quest’anno si sale invece sul Top of the Rock all’Observation Deck del Rockefeller Center.   Appuntamento alle ore 11.45  nei corridoi interni di questo grattacielo, con la vista panoramica forse migliore di tutta New York (https://rdotennis.sport.blog/2017/09/21/new-york-up-up-up/)  Non è stato facile trovare il punto d’incontro. C’erano pochi altri fotografi tanto da pensare di avere sbagliato location. Sarà forse per via del mal tempo, in tanti avranno preferito andare direttamente a Flashing Meadows.  Quando si sale oltre il sessantesimo piano e si esce all’aperto ecco la sorpresa. Penso che i giapponesi abbiano tutti dormito qui per avere il loro posto assicurato in prima fila. D’altra parte è la loro prima volta in assoluto.  Il primo slam nipponico della storia del tennis.

E’ molto nuvoloso, le foto verrebbero  comunque bellissime, forse ancora di più che con un cielo completamente azzurro.

Copia di rob ny.jpgEcco come avrebbe dovuto più o meno venire la foto di Naomi Osaka dal Top of the Rock…. (©rdotennis)

Se non fosse che di lì a poco, insomma almeno 40 minuti di attesa, ha iniziato a diluviare.

Osaka avrà anche giocato alla play station tutta la notte ma insomma i giapponesi dimostrano di essere poco svizzeri. L’organizzazione  va detto approssimativa rispetto agli altri slam, ripiega su una sala interna ,con vetrata sull’Empire, ma  piena di riflessi. Insomma una location non all’altezza!

Copia di guardia.jpgLa guardia che controlla l’area riservata ai fotografi sembra dire mancano ancora 4  minuti … mancava in realtà uno zero !!!! oltre 40 minuti di attesa  (©rdophoto)

I giapponesi intanto, non sapendo più che fare, si fotografano tra di loro, selfie e e contro selfie, fin tanto che ecco apparire Naomi  Osaka….

giapan.jpegAnche quando c’e’ semplicemente da aspettare, i giapponesi devono fotografie qualcosa, in  assenza di alcun soggetto non resta che fotografare sé stessi (©rdophoto)

Si perché di apparizione si tratta. O meglio di una vera e propria trasformazione.  Un vestitino bianco, una capigliatura sistemata, perfetta, c’è la truccatrice che sistema gli ultimi colpi di pennello sul viso e eccoci pronto per le foto della nuova campionessa di New York.

Copia di osaka top of the rock.jpgUn accenno di  sorriso di Osaka (©rdophoto)

Niente Serena Williams ,che imperversa invece nei video dei grattacieli di Manhattan.

serena.jpegL’ mmagine di serena Williams al Madison Square Garden (©rdophoto)

Bensì questa bambina con gli occhi a mandorla  (unica cosa a ricordare che viene dall’Oriente) nasino all’africana e colore della pelle a ricordare il babbo haitiano.

“Per favore puoi dare un bacio alla coppa?”  A chiederlo è un fotografo sudamericano. Naomi lo guarda dritto negli occhi e gli risponde in modo netto e perentorio NO! Non una parola in più.

Copia di osaka coppa.jpg

Ecco il massimo che si può chiedere e ottenere da Naomi, un accenno di sorriso e una posizione di lato rispetto la coppa… baciare il trofeo, ma nemmeno per sogno (©rdophoto)

Che stia diventando Double face come Serena Williams?  Vedremo nel corso del tempo cosa succederà sia livello tennistico che a livello di personalità.  Intanto il tennis femminile accoglie per l’ennesima volta un nome nuovo e giovane tra i campioni Slam. Dopo Ostapenko ecco Osaka…. La prima sembra già essersi persa…. la seconda se ne è già andata senza tanti saluti.  Troppe foto mi avete fatto – sembra pensare la giovane campionessa – devo tornare alla mia play station!

Finisce così la visita gratuita al Top of the rock…. almeno non  ci hanno fatto pagare l’ingresso  che generalmente supera i 30 dollari.  Ecco le vere fortune dell’inviato speciale!

Che torna  a correre sotto la pioggia per raggiungere la navetta transfert;   c’è la finale Junior in corso con in campo un’italiano ed altre foto da realizzare…..con Musetti a voler diventare il dopo Quinzi, ma forse meglio di no Lui ha vinto a Wimbledon e poi .. e poi abbiamo perso le sue tracce.  Che sia meglio per Musetti perdere questa finale?

 

to be continued

 

 

Rispondi