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La pallamano nella cultura greco romana

di Barbara Meletto (barbarainwonderlart.com)

Il gioco della palla è uno dei più antichi e diffusi al mondo: una palla è a disposizione di tutti e ogni bambino è in grado di maneggiarla. Nessuno sa con precisione chi sia stato l’inventore di questo straordinario oggetto, certo è che una palla si trova alle fonti della cultura occidentale. Nel VI libro dell’”Odissea”, Omero narra di come Nausicaa, figlia del re dei Feaci, mentre gioca a pallone sulla spiaggia, faccia la conoscenza di Odisseo: un incontro che sarà fondamentale per lo sviluppo dell’intera vicenda narrativa.

Una palla è a disposizione di tutti, ogni bambino la può maneggiare (©rdosport)

“Quando furon sazie di cibo, ella e le ancelle giocarono a palla, gettando via i veli dal capo; (100) […] La palla dunque lanciò la regina a un’ancella, (115) fallì l’ancella, scagliò la palla nel gorgo profondo. Quelle un grido lungo gettarono: e si svegliò Odisseo luminoso […]” (Omero, “Odissea”, Libro VI)

I Greci conoscevano molti tipi di giochi con la palla che tramandarono al mondo romano: giochi da fare da soli, come l’uranìa o l’apòrraxis, oppure di squadra come l’eìskyros o l’harpastón. Queste attività sorsero come forme religiose per poi assumere una fisionomia più propriamente ludica: si giocava per onorare gli dei, ma anche per liberare la mente e rafforzare il corpo.

Il medico e filosofo greco Galeno, nel suo “De Sanitate Tuenda”, consigliava in particolare la ginnastica con il pallone per sviluppare la vigoria delle forze, l’elasticità dei muscoli e l’eleganza dei movimenti.

Dal mondo antico, passando per il medioevo, via via fino ai tempi più recenti, i giochi con la palla si sono evoluti in vere e proprie forme di sport, tutte definite da regole ben precise.

Giochi con la palla, in allenamento nel prepartita di un match della serie A1 italiana di handball (©rdosport)

LA NASCITA DELLA PALLAMANO

La pallamano ha un’origine relativamente recente, i primi a dare forma a questa disciplina furono i tedeschi che, già a partire dalla fine dell’Ottocento, la utilizzavano come completamento alla formazione dei ginnasti. Bisognerà però aspettare il 1906 per avere un primo regolamento ad opera di Holger Nielsen, medaglia di bronzo ai giochi olimpici di Atene nella scherma. 

È tuttavia opinione diffusa che la versione moderna della pallamano sia nata il 29 ottobre 1917, quando il professore di educazione fisica Max Heiser codificò questo sport a cui diede il nome di Torball, il cui significato letterale è “palla-porta”.

L’intenzione era quella di creare un gioco che consentisse alle ragazze di sfogarsi senza essere troppo pericoloso. In origine, infatti, la pallamano non prevedeva il contatto fisico.

Due anni dopo, il berlinese Carl Schelenz introdusse il contatto fisico ed il palleggio, rendendo il gioco, da lui chiamato Handball, appetibile anche per gli uomini. Successivamente perfezionato nei suoi aspetti più propriamente tecnici, nel 1936 la pallamano fece il suo ingresso trionfale all’undicesima Olimpiade di Berlino.

La pallamano riassume in sé alcuni aspetti peculiari di tutti i primordiali giochi con la palla, perfetta sintesi delle attività atletiche di base, quali la corsa, il salto ed i lanci. Proprio grazie a queste sue caratteristiche è uno sport completo ed è utilizzato anche come allenamento per chi pratica altri sport che richiedono agilità, rapidità, destrezza e resistenza.

“[…] prese la palla ridendo e la scagliò ad uno dei suoi compagni. Riuscì a schivare uno dei suoi avversari e gettò a terra un altro. Rialzò in piedi uno dei suoi amici, mentre da tutte le parti echeggiavano altissime grida: È fuori gioco! È troppo lunga! È troppo bassa! Passala indietro nella mischia! […]” (Frammento del commediografo greco Antifane, IV sec. a. C., che descrive il gioco dell’harpastón.)

I MOSAICI DI VILLA ROMANA DEL CASALE

Le prime sfere furono lanciate in aria da delle donne. Chiuse nelle loro stanze, tra un’occupazione domestica e l’altra, le donne si divertivano scambiandosi dei piccoli palloni. Un innocuo passatempo che divenne ben presto una salutare abitudine: ad un corpo ben curato corrispondeva un’ingegno più addestrato; in particolare tra il popolo romano era diffuso l’uso di giocare alle terme per facilitare la sudorazione ed eliminare così le tossine dalla pelle. 

Alle pendici del monte Mangone, nel comune di Piazza Armerina, sorge una magnifica residenza di epoca romana, nota in tutto il mondo come Villa Romana del Casale. Edificata tra il III ed il IV secolo d. C., è una delle testimonianze più preziose della dominazione romana in Sicilia. Residenza di un governatore di Roma o, secondo altre fonti, costruita su precisa committenza imperiale, la villa presenta un’apparato decorativo straordinario: 3.500 metri quadrati di mosaici che consentono di ripercorrere la storia di uno dei più grandi Imperi, con scene di vita quotidiana, raffigurazioni di dei ed eroi, immagini di caccia e di svago.

Villa Romana del Casale, dettaglio dei mosaici della stanza delle palestrite, IV secolo d. C.

Tra gli ambienti più interessanti c’è senza dubbio la stanza delle Palestrite, indicata con questo nome poiché sono rappresentate delle giovani atlete intente in agoni sportivi. Tra le varie discipline praticate, si può riconoscere una forma primordiale della nostra pallamano: leggiadre fanciulle con indosso lo strophium, una fascia per il seno, e il subligaculum, gli slip del tempo, sono intente a scambiarsi una palla leggera.

L’immagine è divenuta famosa anche per l’abbigliamento succinto delle ragazze, considerato da molti come l’antenato del nostro bikini, ma questa è tutta un’altra storia! 

“[…] E quelli, dunque, una bella palla si presero in mano, purpurea, che il saggio Pòlibo aveva fatto per loro, e uno l’andava lanciando fino alle nuvole ombrose, piegato all’indietro; l’altro balzando alto da terra, (375) agilmente la riprendeva, prima di ritoccare il suolo coi piedi. […]” (Omero, “Odissea”, Libro VIII)

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