Gigi Del Neri dal Chievo dei miracoli ai nostri giorni
Proprio mentre il campionato di calcio sta per riprendere la sua corsa, dopo il periodo di lockdown, vi propongo questa intervista ormai di qualche anno fa, era il 2003, all’allora allenatore del Chievo, Gigi Del Neri. Il tecnico friulano che cha fatto la storia del Chievo in serie A, in seguito allenatore anche di Roma, Atalanta, Sampdoria, Juventus, Sono gli anni d’oro della squadra della Diga. Un piccolo quartiere in serie A, come all’epoca l’Hockey Alleghe, un paesino in provincia di Belluno, che sfiorò anche lo scudetto. L’incontro con Del Neri avvenne a Veronello grazie all’allora addetto stampa Marco Pacione (già giocatore di Juventus e Verona). Qualche anno più tardi fummo ospiti del Chievo prima del match contro il Livorno. Un giro del campo per i giocatori dell’ Alleghe, che al tempo aveva come presidente Nilo Riva e vicepresidente Renato Rossi, entrambi purtroppo scomparsi. Li ricordiamo con qualche foto di quel giorno con scambio di regali con il presidente Luca Campedelli e l’allora tecnico del Chievo Pillon. Questo racconto avrà poi un finale a sorpresa, perché questo rapporto Chievo Belluno e Del Neri ha registrato un’altra bella puntata che vale la pena raccontare.
L’INTERVISTA a Gigi Del Neri del 2003
Il Chievo è alla terza stagione consecutiva in serie A, un piccolo borgo di città riesce a continuare a confermarsi tra le grandi del calcio italiano, magari con pochi mezzi, ma sempre con grande entusiasmo, lo stesso che nella nostra piccola provincia contraddistingue anche se in un’altra disciplina, l’Hockey Alleghe, ma anche perché no il calcio Belluno riapprodato nel mondo dei professionisti.
E’ con il mister del Chievo Gigi Del Neri che approfondiamo questi temi.
Qual è il rapporto tra la società calcio Chievo e la comunità che la esprime?
“Noi rappresentiamo il nostro borgo come entusiasmo, passionalità prendiamo da lì la serenità del vecchio modo di essere, la volontà di emergere da sconosciuti , il valore di chi ha pochi mezzi ma che vuole emergere con delle idee da proiettare poi sul campo.
Anche se i giocatori non sono nati a Chievo come succede invece ad esempio per l’Alleghe, però il rapporto è quello lì non cambia molto ed è dettato dalla società che è sorta a Chievo; il presidente Campedelli è nato a Chievo ed in questo vi sono sicuramente delle analogie. Ci unisce poi il fatto che non esiste una pressione esasperata, il raffronto sconfitta-paese-squadra è un po’ lo stesso, Non c’è chi, dopo una sconfitta, ti aspetta per dirti “siete scarsi, pigliate un sacco di soldi”, è un po’ come quarant’anni fa, un rapporto di vera passionalità, Qui se perdiamo 4-0 o vinciamo 5-1 c’è sempre Maria, la supertifosa che ci paga un caffè, che ha portato tutta la squadra fuori una sera a prendere la pizza. Pensa se ciò sia possibile ad esempio per un a società come la Juventus. La sinergia tra luogo di nascita e chi opera è sicuramente importante.”
Dove sta la forza del Chievo per continuare a rimanere a questi livelli?
Si potrebbe riassumere in questa massima: il Chievo cambia per rimanere sempre lo stesso ricambi entusiasmo nel giovane il vecchio che vuole finire bene.
L’importanza sta nella scelta dei giocatori ; vanno scelti con caratteristiche che assomiglino alla provenienza della società, non guardando solo all’aspetto tattico ma guardando soprattutto ai valori umani.
Gli stessi che fanno sì che Del Neri sia rimasto al Chievo
Per andare via deve diventare un qualcosa legato all’ io personale, non certo ad aspetti economici. L’opportunità deve essere importante La grossa correttezza e amicizia che esiste al Chievo va messa sul piatto della bilancia.
Del Neri prima di entrare nel grande giro ha allenato più volte in serie C2, serie dove dopo oltre trent’anni è riuscito ad arrivare il Belluno grazie alla vittoria dell’anno scorso in serie D.
Complimenti, vincere non è mai facile da nessuna parte.Personalmente ho provato tutti i gironi di C2 e devo dire che è un calcio difficile, dove c’è gran combattimento sempre. Probabilmente ci vuole forse ancora più forza che in serie A. Gli allenamenti sono gli stessi, ma prendi meno soldi. La molla più importante deve essere quella della passione.
Quali consigli si sente di dare alla nostra formazione, apparsa un po’ in difficoltà in questo inizio di campionato
Non è semplice andare nella categoria superiore e al primo impatto fare sfracelli. E’ accaduto al Chievo, ma infatti l’hanno chiamato miracolo. Importante è avere la mentalità giusta, non cambiarla rispetto il campionato interregionale. Essere vincenti e non sparagnini, tutto il gruppo deve essere proiettato ad una certa convinzione. Mai andare in campo con il concetto di fare meno dell’anno prima. Se hai gente che era lì anche nell’interregionale la mentalità deve essere sempre quella di andare in campo per vincere Anche se è un po’ più difficile. Non devi cambiare atteggiamento anche se qualche partita all’inizio non è andata come si sperava.
L’obiettivo di quest’anno di Del Neri
La salvezza è primaria per poter vivere in questo mondo parecchi soldi in serie A in serie B cambia di molto. Per questo rimane lo scopo principale. D’altra parte difficilmente in questi tempi una squadra piccola può vincere lo scudetto, la Champions è poi sicuramente ad appannaggio delle grandi se non altro per una la loro miglior struttura e organizzazione. L’obiettico è quello di arrivare il più lontano possibile dalla zona salvezza Non dobbiammo tendere ad arrivare ai 41 punti, ma essere brillanti per arrivare ai cinquanta, senza fare troppi calcoli.
E magari lanciare qualche altro giocatore in nazionale
Un altro dei miracoli del Chievo. Poche squadre possono annoverare tanti giocatori in nazionale.Ora c’è Perrotta titolare fisso, ma ricordiamo i vari Legrottaglie, Corradi, Marazzina, Lanna, Corini.
Spero proprio che qualche altro ragazzo giovane abbia la voglia di farsi notare. So che Trappattoni tiene di buon occhio il Chievo calcio
Un desiderio infine per questo campionato
Speriamo che si verifichino tutte e le soluzioni, ovvero che l’Alleghe arrivi ai vertici della serie A e che Belluno e Chievo si salvino visto che tutte e due le squadre quest’anno hanno lo stesso obiettivo oltre che gli stessi colori sociali giallo blù.
ROBERTO DELL’OLIVO
DEL NERI A LIMANA
Un sabato mattina mi trovo alla pasticceria Mon Nini di Limana per un cappuccino ed una brioche al cioccolato, quando Alessio, il mastro pasticciere ed Erich, allenatore dei pulcini del Limana, incominciamo a parlare di calcio, Ci sono le semifinali della coppa Italia ed è già motivo di qualche sfottò. Quando ecco che si incomincia a parlare del Chievo, se non altro perché il settore giovanile del Limana ha una stretta collaborazione proprio con la società veronese.
“Ma lo sai che Del Neri è venuto a trovarmi proprio qui nel mio locale? – A raccontare l’aneddoto è Alessio Baietta – da piccolo dovevo fare un provino proprio con il Chievo, abitavo a Verona a Borgo Trento. Ma non se ne fece nulla perché, mi dissero, Chievo era troppo lontano.“ La cosa peraltro non gli impedì di giocare a calcio arrivando con il Belluno fino all’Eccellenza.
“Le società di calcio sono ormai delle grandi aziende, si è persa quella genuinità e familiarità.“
Queste le parole dell’ex coach gialloblù nel mentre sorseggiava un buon caffè in quel di Limana. Con tanta nostalgia per quel Chievo dei miracoli ed il suo condottiero.