TOP

I 25 anni degli Amici del Chievo

di Marco Sancassani

A dispetto della contingente emergenza, stanno comunque orgogliosamente attraversando il traguardo dei venticinque anni di attività al seguito della loro squadra del cuore. Un appuntamento storico che coincide con l’ancor più storica ricorrenza dei novant’anni dalla fondazione della stessa. Per chi non frequentasse il mondo del calcio, stiamo parlando del ChievoVerona e dei suoi sostenitori, molti dei quali raggruppati – da un quarto di secolo – sotto l’egida del Coordinamento Amici del Chievo.

Bandiere gialloblù – gli amici del ChevoVerona

È all’indomani della promozione in serie B – avvenuta il 29 maggio 1994 e culminata con il successo (2-1) in quel di Carrara successivamente all’estenuante testa a testa col Mantova – che i tanti, sparuti nuclei di estimatori della squadra della Diga avvertono il desiderio di celebrare il piccolo-grande Ceo creando un qualcosa che ne possa perpetuare le gesta. Nondimeno la Dirigenza societaria ne accoglie il sentore, adoperandosi a favorirlo con l’indicazione che sia un tifo improntato alla correttezza e, quando possibile, alla solidarietà.

NORTH SIDE  i tifosi della Diga

Per la gente di Chievo e del Chievo è come sfondare una porta aperta. Si tratta di persone semplici, appartenenti a realtà di paese, tutte galvanizzate non solo dal gioco sbarazzino della squadra di Alberto “Sandokan” Malesani ma anche dal piacere di vivere una favola la cui morale è rappresentata dalla possibilità che impegno e serietà possano (anche) ripagare. Non si tratta semplicemente della classe operaia salita in Paradiso ma molto di più: è l’Asino che vola, assioma assodato per descrivere le cose impossibili e definitivamente sdoganato con l’ulteriore disputa della prima sfida stracittadina in serie A con l’Hellas Verona del dicembre 2001. Chi non avrebbe trovato miglior metafora? L’immagine del somarello con le ali avrebbe quindi gratificato l’immaginario massmediatico collettivo e il merchandising clivense.

Protagonisti i bambini allo Stadio Bengodi prima di un match del Chievo – foto di Roberto Dell’Olivo

Nel frattempo la tifoseria clivense – e ancor più segnatamente gli “Amici” – avevano accompagnato l’avventura sportiva dell’undici gialloblù con un cammino costellato di incontri con le tifoserie di tutt’Italia scandito da amichevoli calcistiche, momenti conviviali o anche fugaci scambi di gagliardetti prima della partita ma sempre con l’intento di creare attorno al pallone un clima di distensione. “Cercare l’incontro e non lo scontro” e “Amico del Chievo, Amico di tutti” erano infatti i due slogan caposaldi che hanno poi portato il pubblico scaligero quasi sempre a classificarsi ai primi posti del trofeo “Gaetano Scirea” destinato dalla Lega Calcio alle tifoserie maggiormente distintesi per il fair play; un primato giustamente condiviso grazie alla comune visione dei valori trovata tra le omologhe realtà frequentate. Oltre a ciò l’impegno solidale espletato attraverso le collaborazioni con Amnesty International o onlus locali e tramite diversi progetti benefici intrapresi dal ChievoVerona stesso

Riscaldamento pre gara del Chievo – da sinistra Obinna, Semioli (tre presenze in Nazionale), Brighi e Mandelli – foto di Roberto Dell’Olivo

Sul fronte sportivo sarebbero arrivate le avventure europee del 2002-03 e di quattro anni dopo, si sarebbero vissute l’amara retrocessione del 2006-07 e l’immediata risalita dell’anno dopo, la favola sarebbe durata per diciassette complessive annate illuminate dalle luci del massimo campionato.

La formazione del Chievo che ha pareggiato, il 5 aprile del 2009, a Torino con la Juve, con tripletta di Sergio Pellissier – foto di Roberto Dell’Olivo

Sarebbero giunte la nuova caduta della stagione scorsa e la pandemia purtroppo ancora in corso che lascia ahinoi sospesi – indipendentemente dall’esserne semplici amatori, affermati professionisti o comuni spettatori – di fruire dello sport per quanto ha contribuito alla formazione delle nostre persone ma che soprattutto ci impedisce di autodeterminare al meglio i nostri sogni. 

Gli amici del Chievo, compreso il sindaco di  Verona Federico Sboarina,  con Sergio Pellissier, l’anno scorso nel momento dell’addio al calcio del capitano 

Nell’attesa di poter dichiarare sconfitto il Covid-19, ci sembra opportuno – e simbolico – ricordare la storia di chi ha saputo comunque contrastare un virus pernicioso e immotivato: quello del tifo violento.

 

Marco Sancassani, giornalista pubblicista, è il direttore responsabile di MONDOCHIEVO, rivista distribuita ad ogni partita interna del Chievo Verona.

 

 

Rispondi