TOP

“Sweet Caroline and spring became the summer” Le stagioni di Caroline Wozniacki 

di Laura Guidobaldi

L’Australian Open 2020 verrà ricordato anche per l’addio alle gare di Caroline Wozniacki. La bella danese di origine polacca, classe 1990, ha scelto Melbourne per disputare il suo ultimo match in carriera, in una cornice per lei magica, teatro del suo primo unico e tanto agognato titolo slam, conquistato nel 2018. 

Ci mancherà ‘Sweet Caroline’ il cui gioco, seppure fin troppo spesso monocorde e non certo spumeggiante, ha segnato dieci anni del circuito femminile. E sì perché, negli anni 2000, più di ogni altra giocatrice, la Wozniacki ha saputo coniugare abilità difensiva, resistenza, intelligenza tattica, solidità mentale e doti atletiche straordinarie. 

Una vera maratoneta ‘Wall-zniacki’, nel vero senso della parola poiché oltre a sfiancare le avversarie facendole stare in campo per ore e ribattendo ogni palla come un muro, si è distinta per aver brillantemente disputato, nel 2014, nientemeno che la maratona di New York in 3 ore 26 minuti e 33 secondi! Velocissima Caroline. E precoce. In campo comincia a brillare fin da giovanissima, vincendo l’Orange Bowl a 15 anni e conquistando il titolo juniores a Wimbledon l’anno dopo. Tuttavia, successivamente, nel circuito professionistico, l’erba dello slam londinese non la vedrà particolarmente vincente, giungendo al massimo agli ottavi di finale all’All England Club. 

Sul rosso le cose vanno meglio, ma senza grandi exploit: si issa ai quarti di finali al Roland Garros (2010 e 2017), disputa una finale a Madrid (2009) e una semifinale a Roma (2011). Le sarà molto più congeniale la superficie dura. A 19 anni disputa infatti la sua prima finale slam a Flushing Meadows, battuta da un’impressionante Kim Cljisters fresca di comeback (7-5 6-3). Inoltre, alla fine della stagione 2010, raggiunge per la prima volta in carriera la vetta del ranking, posizione che occuperà per 67 settimane tra il 2010 e il 2012. Caroline è la 20esima n. 1 del mondo nell’Era Open e, allora, la sesta giocatrice più giovane ad accedere alla prima posizione in classifica. Nel 2014 eccola nuovamente all’ultimo round del major americano, questa volta dominata in finale da Serena Williams (6-3 6-3), sua grande amica.  

Nonostante le numorose vittorie, il titolo slam per lei ancora non s’ha da fare e Caroline sembra destinata a far parte della schiera di quelle campionesse e n. 1 del mondo “incomplete”, eccellenti, sì, ma prive di quella stoffa che caratterizza le migliori in assoluto. ‘Woz’ non demorde e continua a “correre”. Ed ecco che, in quella che è diventata la seconda fase della sua carriera, riesce a far funzionare alla perfezione il suo tennis solido e perspicace insieme alla sua proverbiale forma fisica. Supportata più che mai da una condizione atletica straordinaria, nel 2017 la danese chiude la stagione regalandosi il trofeo più prestigioso fino a quel momento con la vittoria alle WTA Finals di Singapore. In finale infligge un doppio 6-4 nientemeno che a Venus Williams, avversaria mai sconfitta prima. 

Il meglio però deve ancora arrivare. Alcuni mesi dopo, a Melbourne Park, nel primo slam dell’anno, Caroline dimostra ancora una volta la sua supremazia atletica, nonché un mentale d’acciaio. Al secondo turno, contro Jana Fett, sotto 1-5 al terzo, annulla due matchpoint per poi inanellare sei giochi e chiudere l’incontro 3-6 6-2 7-5. Ai quarti soffre ancora contro Suarez Navarro anche se, alla fine, è lei a sfiancare l’avversaria, dominandola 6-2 nel parziale decisivo (6-0 6-7 6-2). Avanza così fino alla sua terza finale major in carriera e, ancora una volta, dimostrerà un’eccezionale tempra agonistica. Contro Simona Halep, un’altra formidabile guerriera e atleta, Caroline affronta l’ennesima “maratona” tennistica e, dopo 2 ore e 49 minuti di gioco, con lo score di 7-6 3-6 6-4, la danese può alzare le braccia al cielo e stringersi al petto la Daphne Akhurst Memorial Cup, il bellissimo trofeo destinato alla campionessa del singolare femminile. Ora la Wozniacki non solo può vantare il primo sigillo slam in un palmares già straordinario, ma va a riprendersi, dopo sei anni, la prima posizione mondiale. Inossidabile Caroline. 

Felice in campo e fuori (l’anno scorso convola a nozze con il cestista americano David Lee), purtroppo ‘Caro’ deve affrontare la sfida più difficile e dolorosa. All’inizio del 2019 le viene infatti diagnosticata l’artrite reumatoide e l’ex n. 1 del mondo l’affronta con la forza e la determinazione che la caratterizzano da sempre. Dopo qualche tempo giunge tuttavia l’annuncio del ritiro. L’Australian Open 2020 sarà il suo ultimo torneo. A Melbourne, sconfitta al terzo turno dall’astro nascente tunisino Ons Jabbeur (ma solo dopo l’ennesima lotta in tre set), sweet Caroline saluta in lacrime il tennis agonistico, mentre nella Melbourne Arena risuonano per lei le note della celebre e omonima canzone. In campo c’è anche la famiglia a festeggiarla, il fratello Patrik, la madre Anna e il marito David, ma è particolarmente commovente l’abbraccio con papà Piotr, da sempre suo coach.  

Numero uno del mondo per un totale di 71 settimane, 30 titoli vinti – tra cui uno slam e le Finals – la Wozniacki lascia il tennis con numeri da capogiro (a cui si aggiungono gli oltre 35 milioni di dollari di prize money guadagnati in carriera). Caroline Wozniacki è un esempio imprescindibile per le giovani aspiranti campionesse: armonia perfetta tra solidità mentale, intelligenza tattica, strenua difesa da fondo campo ed eccellenza atletica. Ci mancheranno, in campo, la sua grazia ed eleganza valorizzate, inoltre, dai bellissimi outfit disegnati per lei da Stella McCartney. Restano, comunque, le splendide foto di Roberto.

Rispondi