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Andrea Calcagno: il sorriso che fa sul serio

Andrea Calcagno è uno di quei ragazzi che amano il tennis sopra ogni cosa. Che a colpi di diritto e di rovescio sta cercando di trovare la sua strada in un mondo difficile, il mondo di uno sport che ogni giorno ti mette di fronte ai tuoi limiti, fatto di gioie ma anche e soprattutto di molti sacrifici.

Andrea Calcagno in un immagine di archivio del giocatore

La sua è una storia piacevole da ascoltare. Racconta lo stesso Andrea: “Tutto è iniziato quando avevo 6 anni. Mio papà Massimiliano da giovane giocava a calcio ma non disdegnava di prendere in mano una racchetta. Quindi io ho tentato di imitarlo; ho provato inizialmente a dare qualche calcio al pallone, ma il giudizio è stato subito impietoso. ‘Lascia perdere, non sei coordinato, dai proviamo con il tennis.’ ”
Un paio di dritti con papà ed è stato subito amore a prima vista.
“Mi bastava un muro, quello dietro a casa andava benissimo, e colpire mille volte una pallina.” Della serie – dategli una racchetta ed una pallina in mano e potete non vederlo più per ore.

L’importanza di giocare contro un muro fin da piccoli (foto Rdosport Marta Magni Images)

Da buon figlio unico Andrea aveva trovato il suo compagno di gioco ideale, per la gioia anche di mamma Arly – “non propriamente una sportiva, viene solo qualche volta a vedermi, ma è molto contenta ch’io giochi a tennis.”

Andrea all’età di 12 anni insieme ai suoi genitori a Roma (foto archivio Calcagno)

E così ecco i primi passi al Geo Village con il maestro Andrea Frasconi, e poi al Tc Terranova.
Siamo ad Olbia e abbiamo una splendida vista sull’isola di Tavolara, a cinque minuti di macchina proprio dal Tennis Club Terranova.

IL TORNEO DEL MARE

“Sono sempre andato a vedere il Torneo del Mare (uno dei più longevi in Sardegna) dove giocano i migliori ragazzi sardi.
Quando era il turno di Gino (Asara, ndr) e di Manuel (Mazzella, ndr) io ero fisso a bordo campo. Gino in particolare mi ha sempre molto colpito, soprattutto per la sua tenacia. Faceva correre da matti i suoi avversari e quando sembrava essere sull’orlo del baratro, quasi sempre riusciva a risollevarsi e vincere. Un lottatore, uno che non molla davvero mai.”

Gino Asara in azione con la maglia del Tennis club Moneta (foto Rdosport Marta Magni Images)

Per molti in Sardegna Gino Asara è un esempio, lui che partendo da un paesino di montagna come Calangianus è riuscito ad arrivare con le sue forze fino a disputare le pre-quali del Foro Italico a Roma.
“Gino mi ha trasmesso la sua voglia di stare in campo, la sua capacità di reagire alla sofferenza. Sono stato fortunato ad averlo incontrato.”

Un diritto di Gino Asara (foto rdosport Marta Magni Images)

ALLA CORTE DEI FRATELLI ASARA

Sì perché solo qualche anno più tardi da quelle partite come spettatore, Gino è diventato il maestro e l’allenatore di Andrea.
Tutto è successo proprio durante una mia partita al Torneo del Mare. In tribuna c’erano Gino e suo fratello Sebastiano. Li avevo visti con la coda dell’occhio parlare con mio papà. Si erano offerti di seguirmi, di allenarmi. In quel periodo mi trovavo ad un bivio, il mio maestro al Terranova (Emiliano Dessí) aveva deciso di cambiare aria, ed io non sapevo esattamente cosa fare. Pensavo di seguirlo, ma voleva dire allontanarsi dalla Sardegna…invece dal nulla sono piombati proprio i fratelli Asara, che hanno creduto in me sin da subito. Avevo decisamente bisogno di un’iniezione di fiducia. Loro volevano proprio me. Credevano nelle mie possibilità.”

Andrea Calcagno insieme a Sebastiano Asara (foto Rdosport Marta Magni Images)

Per l’allora diciottenne Calcagno, appena entrato nel gruppo dei giocatori di seconda categoria, si è spalancato così un nuovo mondo.
Ma non è stato per niente facile.
“Andrea, tu giochi bene a tennis, ma la tattica non la conosci proprio.” Un buon maestro non può certo prescindere dal dover dire al proprio allievo anche e soprattutto le cose che non vanno bene.
“Ecco, iniziamo subito con i difetti. Gino aveva ragione, non avevo un’idea di come approcciare gli incontri, giocavo molto diciamo ‘sul momento’.”

Primo piano di Andrea Calcagno (Photo Rdosport Marta Magni Images)

Per Andrea fu un vero proprio nuovo inizio.
“Abbiamo cambiato tutto, qualsiasi colpo. Non avevo un diritto particolarmente solido, il mio rovescio era decisamente più fluido.” E arrivarono inevitabili le prime sconfitte.
“Sono sceso di nuovo di classifica, in terza categoria, ma non ho mai dubitato del lavoro che stavamo facendo. In famiglia tutti ci siamo fidati ciecamente di Gino e Seba.”

IL TOUR DELLA GALLURA

Erano iniziate le montagne russe, i campioni d’altra parte prima o poi ci devono passare, anche Sinner non sapeva approcciare il gioco a rete e più di una partita è stata persa per strada per qualche volee sbagliata. Ma intanto si impara e si cresce. Questo vale ad ogni livello ed in modo particolare per Andrea Calcagno. Perché in questo caso specifico c’erano di mezzo anche proprio delle vere montagne. “Da Olbia tre volte a settimana si saliva fino ai piedi del Limbara a Tempio Pausania per allenarsi.”
Quarantacinque minuti di curve in pullman. “All’inizio era Gino che veniva a prendermi ad Olbia, poi mi sono arrangiato. Diciamo che non ero troppo abituato a quella strada.”
È proprio vero che quando credi in qualcosa sei disposto a fare di tutto. Il carico da novanta doveva però ancora arrivare. E per quello c’era lo specialista: Sebastiano Asara.

Primo piano di Sebastiano Asara (foto Rdosport Marta Magni Images)

“È lui che mi ha fatto fare il salto da ragazzino ad adulto. Senza togliere ovviamente nulla a mamma e papà.” Andrea sorride e poi continua. “Se c’era qualcosa di ‘duro da digerire’ era sempre Seba a dirmelo. Nessuno mi ha mai dato delle batoste come Sebastiano. Di quelle che ti aiutano però appunto a crescere, te ne rendi conto solo dopo.”

Sebastiano e Andrea: giacca e maglietta rigorosamente del Tc Moneta (photo courtesy Sebastiano Asara)

Insomma dalla vita facile di Olbia con il circolo di tennis a due passi da casa, tranquillo e spensierato, Andrea si ritrova di colpo a Tempio sotto la regia dei fratelli Asara.
Due anni cui seguirono sei mesi a Luogosanto. Il giro della Gallura iniziava ad ampliarsi, districandosi tra strade provinciali piene di tornanti e sali-scendi.

Mia mamma mi preparava il cestino con il pranzo ed io arrivavo a Tempio, passando per Calangianus, in corriera, poi da lì in macchina fino a Luogosanto, dove c’era (e c’è, ndr) un campetto da tennis poco lontano dal centro del paese e immerso in un bosco, dove nella pausa tra gli allenamenti del mattino e del pomeriggio Gino ed io mangiavamo.”

Il campo dia tennis di Luogosanto, sede degli allenamenti di Calcagno per alcuni mesi (foto Rdosport Marta Magni Images)

Questo viaggio ripetuto per tre volte a settimana. “Si partiva alle 8 del mattino per tornare a casa alle 8 di sera.” Tanto lavoro e sacrificio non può che essere ripagato anche dai risultati, che infatti iniziano ad arrivare.

IL RE DEGLI OPEN IN SARDEGNA

Tra i migliori giocatori sardi tesserati per dei club dell’isola, secondo le ultime classifiche della Federazione, c’è proprio Andrea Calcagno capace di vincere 6 (o 7?) tornei open in singolare – Andrea non se lo ricorda mai con precisione, nonostante si tratti dei tornei vinti quest’anno.

Andrea Calcagno, primo da sinistra insieme ai suoi compagni di squadra del Tc Moneta (foto Rdosport Marta Magni Images)

“Il 2023 è stato un buon anno, iniziato da 2.6 e concluso con i punti da 2.3, ma poi le armonizzazioni non sono andate a mio favore.” Infatti accanto al suo nome troviamo la classifica di 2.4.
Un Open vinto anche in doppio con Manuel Mazzella. Uno di quei due giocatori che ad Andrea piaceva tanto quando da bimbo andava a vedere ad Olbia il Torneo del Mare; ora entrambi sono tesserati per il Tennis Club Moneta dell’Isola di La Maddalena. Dove siamo andati ad incontrare proprio l’olbiese.

Una formazione del Tc Moneta durante il campionato invernale (foto Rdosport Marta Magni Images)

Olbia,  Calangianus, Tempio, Luogosanto, La Maddalena. Il tour di Andrea della Sardegna, e della Gallura in particolare, continua.
Il Tennis Club Moneta rappresenta una vera grande famiglia. In squadra c’è anche Gino che ci fa da sparring, ci insegna anche affiancandoci in doppio molte cose. Quando giochiamo le competizioni a squadre abbiamo l’abitudine di trovarci un giorno prima, ceniamo, scherziamo ridiamo; anche questo è un modo per preparare le partite.”

Andrea Calcagno insieme ai suoi compagni del Tc Moneta (foto Rdosport Marta Magni Images)

Presenti tutti sempre, anche se infortunati.Perché è davvero bello passare del tempo tutti insieme.” In effetti si respira davvero un buon clima al TC Moneta. La semplicità della gente di questo club maddalenino è contagiosa. Semplicità ovviamente mista a professionalità.

“Prima di ogni incontro a squadre ci troviamo tutti insime in ritiro” (Foto Rdosport Marta Magni Images)

OBIETTIVI DEL 2024

Dopo la pausa invernale quali sono i programmi di Calcagno 2.4? Alla tua età però, 23 anni, nel tennis moderno se vuoi fare il professionista dovresti essere già ‘arrivato’.
“Al di là delle classifiche, continuiamo il percorso consolidando la posizione e cercando di migliorare ancora. Compreso il lato fisico: sono alto 185 cm e peso 73 kg. Dovrei arrivare almeno ad 80, anche per evitare infortuni. E sì, è vero dovrei forse avere già una classifica migliore, ma in questo forse assomiglio al mio maestro Gino. Un passo alla volta con le nostre forze. Avrei dovuto iniziare prima questo percorso, ma non fa niente.
Tornassi indietro mi direi a voce alta ‘Andrea, sforzati, impegnati di più’.
Ora vado avanti sempre e rigorosamente con Gino e Sebastiano al mio fianco.
Non so dove arriverò, classifiche alla mano, ma sono certo resterò sempre a fianco dei fratelli Asara. Una famiglia così non si abbandona mai. Al massimo continuerò a muovermi di campo in campo.”

Calcagno e Corrias si allenano insieme a Gino Asara ad Alghero (foto Rdosport Marta Magni Images)

Al momento si può vedere in azione Calcagno a La Maddalena quando gioca per il Tc Moneta e ad Alghero, quando si allena insieme ad un compagno di club, Luigi Corrias. Ma questa è un’altra storia che presto vi racconteremo.
Intanto attendiamo il rientro al tennis giocato di Andrea Calcagno, bloccato ultimamente da qualche problema ad un polso.

FEDERER, FERRER E SINNER

“Servizio e diritto sono diventati i miei colpi vincenti. Ma sono sempre pronto per altri cambiamenti. Mi piace Federer – racconta ancora Andrea – ho sempre adorato la grinta di Ferrer.

Il finale del diritto di Federer – Australian open (foto Rdosport Marta Magni Images)

Il giocatore italiano che mi piace di più? Esteticamente Musetti, ma l’eccellenza del nostro tennis ora si chiama Jannik Sinner.”

Un grandissimo Sinner ha raggiunto la finale del Master, il primo italiano di tutti i tempi (foto Rdosport Marta Magni Images)

Un autografo a casa su una pallina diventata speciale con la firma di Roger Federer, ma Andrea ha stampati nel cuore soprattutto le firme di Gino e Sebastiano Asara. “Hanno scommesso su di me quando ho rischiato di abbandonare il tennis. Non smetterò mai di ringraziarli.”

L’INTERVISTA VIDEO AD ANDREA CLACAGNO

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