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Dall’eliminazione al podio: il Canada vince con tanto da raccontare

Dopo 109 anni dalla loro prima partecipazione, il Canada è Campione di Coppa Davis. La nazione degli aceri rossi si è imposta 2-0 sull’Australia, senza lasciare agli aussies dello spazio per controbattere. Sono bastati infatti solo quattro set per decretare i vincitori della Coppa: meno di un’ora e 45 ciascun match di singolare, 6-2 6-4 il primo, Shapovalov contro Kokkinakis, e 6-3 6-4 il secondo, Auger-Aliassime/De Minaur.

De Minaur risponde ai colpi di Aliassime in finale (foto @ RDOsport & Marta Magni Images)

Che grinta e che spettacolo vedere quei due ragazzi canadesi abbiano tirato fuori la passione per la propria bandiera e imposto il loro gioco con una caparbietà da ovazione. Shapovalov, che si poteva pensare non essere in piena forma, visto la chiamata in campo di sabato del fisioterapista (con un Sonego che non si è fatto distrarre, vincendo l’incontro) e il forfait in doppio, non ha lasciato scampo a Kokkinakis. Sembrava anche che l’australiano potesse allungare un po’ la partita, ad inizio secondo set. Speranza immediatamente vanificata. Un’ora e trentadue, poche chiacchiere e si passa al secondo match. Nessuna intervista infatti per Denis, subito in campo a sostenere il team.

Shapovalov vola in rovescio (foto @ RDOsport & Marta Magni Images)

La tenacia di Auger-Aliassime. De Minaur non molla di un centimetro sulla linea di fondo, inarrestabile nelle sue corse, con le braccia che si allungano sia sui lungo linea di Auger sia sui servizi, per tirarli ancor più veloci. Felix in campo è un ammirevole soldatino. Composto, concentrato. Non si fa intimidire dal tifo dello stadio che, probabilmente affamato di tennis tra maglie della Germania e dell’Italia e grida spagnole, vuole partite ancor più agguerrite acclamando la resistenza australiana con cori quasi assordanti a sostegno di Alex.

Auger-Aliassime risponde ai servizi di De Minaur in finale (foto @ RDOsport & Marta Magni Images)

Dal vivo è palpabile la riuscita canadese. La solidità di Felix, già dimostrata contro Musetti, non fa pensare che Capitan Hewitt possa vedere al collo dei suoi qualcosa di diverso dalle medaglie d’argento. Il destino fa quindi la sua parte e così la squadra composta dai giovani Felix, Denis, Alexis e Gabriel (Galarnea e Diallo), del veterano Pospisil e Captain Frank Dancevic alza entusiasta la coppa tra coriandoli bianco-rossi.

Il Canada alza la Coppa tra i coriandoli tra gli applausi del Martin Carpena di Malaga (foto @ RDOsport & Marta Magni Images)

Perché “il destino”? Perché questo Canada ne ha tante da raccontare. Dal 1913 infatti la nazione fa parte della Coppa Davis, ma non ha mai portato in bacheca risultati importanti, neanche con l’apporto dell’ex nr. 3 del ranking ATP Milos Raonic. Un solo risultato buono per il Canada: non nella Coppa Davis come questa di Malaga, bensì in quella Juniores, nel 2015. Titolo vinto da una coppia i cui componenti si chiamano…Denis Shapovalov e Felix Auger-Aliassime. Con una scena che si è ripetuta tale e quale tra ieri e sette anni fa: Felix a terra con la racchetta lanciata e Denis che corre da lui uralndo a pugni chiusi. Una fotografia molto poetica, ma sicuramente opposta a quella di marzo di quest’anno, quando (ops!) il Canada era stato eliminato dalla competizione senza pietà (e senza la giovane coppia di cui sopra a difenderne i colori) sotto i colpi olandesi di Griekspoor, Van De Zandschulp, Middelkoop e Koolhof. Eliminata, fine dei giochi.

Aliassime esulta a terra mentre i compagni di squadra lo raggiungono correndo (foto @ RDOsport & Marta Magni Images)

Di colpi però purtroppo non ci sono solo quelli tennistici, da diversi mesi ancora ad oggi. E allora a causa delle decisioni militari russe di invadere l’Ucraina, tante federazioni e competizioni sportive hanno conseguentemente deciso di bannare i russi dai propri eventi. Tra queste, la Davis Cup. Con la Russia fuori dalla competizione, si era quindi liberato un posto in tabellone per i play-off. Come riempire quel buco per non lasciare un fantasma che richiamava a ben altre problematiche che con la spensieratezza del gioco hanno ben poco a che fare? Si è guardato alle semifinaliste dello scorso anno: quella con ranking migliore era la Serbia. Ma la Serbia aveva già una wild card proprio per lo stesso motivo, proprio per lo stesso tabellone. Le più aventi diritto, quindi, si era deciso potessero essere le teste di serie di Davis eliminate già nella fase precedente. Che erano soltanto due, Austria (#12) e Canada (#5).

Il Canada canta il proprio inno (foto @ RDOsport & Marta Magni Images)

Canada è ripescata.

Canada può quindi continuare la sua corsa alla Coppa e nella fase a gironi gioca proprio contro Serbia, Spagna e Corea del Sud. Canada e Spagna riescono a buttar fuori dai giochi la Serbia di un Djokovic solo spettatore alla finale di ieri, e il Canada riesce, nonostante l’ostacolo Germania che era solo a 5 game dall’eliminarla di nuovo e nonostante un Sonego che ha piegato Shapovalov, a coronare il sogno della nazione dopo 92 presenze in Coppa Davis e 109 anni dalla prima partecipazione della nazione: incidere la foglia d’acero sulla base della Davis e a far fare a Shapovalov l’intervista post match.

Conferenza stampa del team canadese dopo la vittoria della competizione (foto @ RDOsport & Marta Magni Images)

Un’annata quindi un po’ bislacca, ma c’è da dire che quella tenacia dei ragazzi in campo è proprio quella che la Coppa Davis vuole tra i corridoi e la rete del campo.
Una competizione che a noi italiani ha lasciato dell’amaro in bocca, ma che comunque ci ha fatto vedere ancora una volta quanto lo sport possa unire tutti sotto un unico tetto.

 

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