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Auf Wiedersehen Julia, avercene come te

di Ruggero Canevazzi
Il 2020 ne ha viste tante (troppe), anche il ritiro di una grande giocatrice, troppo bella per essere apprezzata come meritava e troppo matura per non volere una vita oltre il tennis
Julia Gorges si è ritirata quest’anno dal tennis professionistico. Per molti, è stata una gran bella atleta e una buona tennista. Ora, se chi la definisce tale intende per “buona tennista” una giocatrice che non ha mai vinto uno Slam o non è stata n.1 del mondo, insomma una grande campionessa, allora d’accordo. Avremmo però seri dubbi se questo osservatore avesse scelto come professione l’insegnante o il selezionatore di personale nel mondo del lavoro. Quanti studenti avrebbe promosso? Quanti professionisti avrebbe assunto? Pochi, davvero molto pochi…
Perché se sei arrivato al n.9 del mondo significa molte cose, ma lo spunto che può rendere non è complicato.
Immaginate di riavvolgere il nastro, di tornare indietro di due anni. È il 2018 e Julia raggiunge il suo best ranking. Voi non sapete nulla di tennis, non avete idea di chi lei sia ma dovete trovarla. Per una scommessa con gli amici, per un gioco di ruolo, perché siete gli unici depositari di un’informazione sulla sua vita che lei ha il diritto di sapere e solo voi volete o potete dirglielo. Per qualunque motivo, non importa. Beh, niente di più facile. Il primo passo è andare su Google. Peccato che la vostra missione scada entro una settimana e proprio in quella settimana internet si spegne. Ok, le ipotesi della storia sono troppo fantasiose, anzi troppo fantasiose perché se internet si spegnesse non sarebbe così banale fare un sacco di attività, che qui invece immaginiamo di avere tranquillamente a disposizione. D’altra parte vi abbiamo chiesto di immaginare, pazientate ancora un po’ e poi capirete perché tutte queste richieste. Non avete accesso alle informazioni necessarie: proprio perché la Goerges è una buona tennista – non una campionessa – e non è italiana, anche le riviste cartacee specializzate di tennis nostrano non vi sono d’aiuto. E allora, presi dalla fretta, uscite fuori e in una Roma piena zeppa di gente, sapete che non la potete certo incontrare. Sapete però che è tedesca e allora via verso l’aeroporto, direzione Germania, poi si vedrà. Il volo Lufthansa fa scalo a Francoforte, dove siete costretti a stare una notte. L’aeroporto è l’hub di una delle più grandi compagnie aeree internazionali, per cui la confusione e la marea di gente che vedete qui riproduce quella vista a Roma, amplificata dagli spazi chiusi e dal via vai dei viaggiatori. Fuori dall’aeroporto, un taxi vi accompagna in centro, dove vi accorgete che in un giorno feriale all’ora di pranzo la capitale finanziaria tedesca sembra quasi Nuova Delhi, come numero di persone in giro. Stremati, vi fermate per un pasto ristoratore. È a quel punto, da totali neofiti del tennis, che vi rendete conto che essere n.9 del mondo vuol dire molto, ma molto di più che una buona tennista. Una marasma di persone a Roma per strada, un marasma a Fiumicino, un terzo marasma all’aeroporto di Francoforte e un quarto ora, in giro per l’epicentro dell’economia tedesca ed europea. Avrete visto non meno di due milioni di persone. Quante fra queste sono più brave a tennis di Julia Goerges? Probabilmente nessuna. E se foste andati a Londra o a New York? Probabilmente la risposta non cambiava. Perché n.9 del mondo significa semplicemente che su più di 3,5 miliardi di donne, c’è ne sono solo 8 (otto!) più brave di Julia. E questa sarebbe una buona tennista? Poi certo, il n.9 è stato il picco della carriera, ma è stata a lungo tra le prime 20 WTA. “Not too bad”, direbbe Novak Djokovic. Ecco perché ci preoccupavamo fortemente per gli studenti o i professionisti al vaglio del prof o del selezionatore di cui sopra…
Tutto questo gioco di ruolo speriamo abbia reso l’idea. Un’idea, quella della Goerges grande tennista, sebbene non eccellente campionessa, forse resa più difficile da assimilare se pensiamo alla sua bellezza. Alta 1 metro e 80, longilinea, lineamenti marcati ma piuttosto curvilinei, non proprio da modella o attrice ma nemmeno da queste così lontana. Sguardo glaciale ma azzurro intenso, sotto una capigliatura bruna che fuori dal rettangolo di gioco riacquista la sua selvaggia e sensuale libertà. Gambe lunghe e atletiche, seno generoso per essere una tennista professionista. Una statua greca dalla lingua teutonica. Al punto che qualcuno, mai identificato – tifoso, giornalista, voyeur o forse tutte e tre le cose insieme… – ha pensato bene (forse) di soprannominarla Julia Gorgeous. Quando ti porti dietro questa nomea, è più difficile imporsi agli occhi dei tifosi (ma anche di buona parte di noi giornalisti, sia chiaro) come grande tennista.
Eppure Julia ha giocato una semifinale a Wimbledon nel 2018 (sconfitta da Serena Williams) e una nel WTA Premier Mandatory di Madrid nel 2011, sostenuta da un tennis solido e un gran servizio. (Nelle foto della gallery  troverete anche le immagini della sua vittoria in quel torneo contro Caroline Wozniaki)
Dal 2008 ha messo a segno 2931 ace in match WTA, meglio di loro hanno fatto solo Karolina Pliskova (3191) e Serena Williams (4019). Nel suo palmares ci sono poi sette titoli, due sulla terra, Bad Gastein 2020 e Stoccarda 2011 e cinque sul cemento, tra cui il prestigioso WTA Élite Trophy di Zhuhai del 2017. Gli altri titoli sul veloce sono stati Mosca 2017, Auckland 2018 e 2019 e Lussemburgo 2018.
Anche la persona esce benissimo dal messaggio sui social con cui si congeda dal tennis giocato:
Caro TennisTi scrivo perché sono pronta a salutarti. Quando ho iniziato a giocare a tennis all’età di 5 anni, non avrei mai pensato che avremmo fatto tanta strada insieme.
Mi hai dato così tanti diversi tipi di emozioni durante il nostro viaggio e sono molto grata per tutto ciò che mi hai mostrato e insegnato. Ho imparato come affrontare le perdite più dure ma anche a godermi le vittorie più incredibili della mia carriera, a reagire tante volte quando stavo lottando con te e attraverso tutto questo non abbiamo mai perso di vista i nostri sogni.
Ho sempre saputo come mi sarei sentita quando sarebbe arrivato il momento di salutarti, e quel momento è arrivato. Sono pronta a chiudere il capitolo del tennis nella mia vita e aprirne uno nuovo, di cui sono davvero entusiasta.Grazie per tutto quello che mi hai dato. Rimarrai per sempre nel mio cuore   
Tua, Julia
P.S. Un enorme grazie alla mia famiglia, ai miei amici, alla mia squadra, agli sponsor e ai fan per avermi sempre sostenuto e creduto in me, non ce l’avrei mai fatta senza di voi.“.
Una lettera d’amore per il tennis ma anche per la vita dopo di esso. Una grande tennista, una persona matura e intelligente, una bella donna. Ad avercene, di Julia Georges!

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