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La Gallery di Madrid un anno dopo: Il ritorno di Federer e l’ultimo Ferrer

Inutile girarci attorno: la scorsa edizione del Mutua Madrid Open verrà ricordata non tanto per i nomi dei vincitori dei singolari -Novak Djokovic nel maschile, Kiki Bertens nel femminile- ma per il ritorno dopo ben tre anni di Roger Federer in un match  ufficiale giocato sulla terra battuta. Un aneddoto personale è forse utile a far meglio comprendere l’impatto avuto nel torneo dal tennista nato a Basilea nell’agosto del 1981. Come inviato per la terza volta consecutiva alla manifestazione giocata nell’asettico ma confortevole impianto della Caja Magica, ho potuto riscontrare la ben maggiore attenzione mediatica avuta dal torneo: prima nella difficoltà nel ricevere l’accredito e poi nel trovare un posto libero in una sala stampa gremita per la presenza del grande campione svizzero, in passato tre volte vincitore del Masters 1000 madrileno. Federer ha riempito in ogni ordine di posto anche le tribune del centrale intitolato al campione spagnolo  Manolo Santana (vincitore negli anni Sessanta di quattro Slam) nei tre incontri da lui disputati a Madrid. Lo svizzero prima ha superato facilmente Gasquet, poi in ottavi ha annullato due match point a Gael Monfils e, infine, nei quarti, contro Dominic Thiem, si è arreso solo al terzo set contro uno dei più forti tennisti sul rosso degli ultimi anni, non sfruttando l’occasione di essersi trovato per due volte a un solo punto dall’accesso alle semifinali.
Madrid 2019 è stato anche l’ultimo torneo della grande carriera di David Ferrer. Che ha giocato sempre con una maglia speciale con tanto di firma e data. Un match vinto contro Bautista Agut e poi la sconfitta con Sasha Zverev ed il tripudio della Caja Magica con Feliciano Lopez e Manolo Santana oltre ad amici e la famiglia. Grazie Ferru!
Il torneo ha avuto un interesse speciale anche per noi italiani: ha sancito il ritorno nel circuito di Fabio Fognini, dopo il suo storico trionfo a Monte Carlo. Il ligure si è disimpegnato bene nei primi due turni, sconfiggendo Millman e Edmund e ha poi giocato alla pari in ottavi contro Thiem, cedendo -al termine di una partita ben giocata da entrambi- in due set molto equilibrati.
Come accennato, il torneo maschile ha visto il terzo successo nel singolare maschile di Djokovic: il serbo, arrivato a Madrid forte del numero 1 della classifica ATP, nel suo cammino verso il titolo non ha perso nemmeno un set per avere la meglio su, nell’ordine, Fritz, Chardy, Thiem e Tsitsipas (nei quarti Nole si è agevolato del forfait di Cilic). L’idolo di casa Rafael Nadal è invece caduto in semifinale, sconfitto davanti ai reali spagnoli dopo oltre due ore e mezza -in una delle partite più belle di un torneo di per sè ricco di match divertenti- da uno Stefanos Tsitsipas in gran forma. Il greco era arrivato a Madrid reduce dalla vittoria della settimana precedente del titolo al torneo di Estoril e forte della fiducia data dall’essere il tennista con il maggior numero di vittorie ottenuto sino a quel momento nel 2019.
Nel singolare femminile, per la prima volta nella storia del torneo nato nel 2009, una tennista, l’olandese Kiki Bertens, si è aggiudicata il titolo senza perdere nemmeno un set nel corso delle sue sei partite, durante le quali ha dominato lasciando solo trentacinque giochi complessivi a Siniakova, Ostapenko, Sevastova e a ben tre top ten del calibro di Kvitova, Stephens e Halep.
Chiusura con un racconto fuori dagli schemi rigidi del tennis moderno, fornito dall’angolo privilegiato di chi è testimone diretto di un torneo.
Nel corso della cerimonia di premiazione dei vincitori del torneo di doppio maschile, Jean-Julien Rojer e Horia Tecau il patron del torneo Tiriac  prende in mano il microfono “Tranquilli Non faccio parlare Nastase .. quando apre bocca si becca sempre una squalifica…… oggi i giocatori sono tutti muscolosi e belli alti.”  Poi guarda l’argentino Diego Schwartzman, giunto in finale di specialità e sconfitto assieme a Thiem, e si corregge “NO TU NO” e se la ridono tutti.
Ferruccio Roberti

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