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AO DIARIO 1: ULURU (con video dall’elicottero)

Il simbolo dell’Australia, la montagna degli aborigeni che ora non si può più scalare. Dopo anni di insistenze in questa direzione da parte della popolazione locale.  A parte che con il caldo che fa, almeno a gennaio, solo qualche pazzo doveva avere così tanta voglia di ustionarsi e bruciarsi da un sole, che qui raggiunge i 50 gradi. Non oggi per fortuna, altrimenti dopo un viaggio estenuante durato 3 giorni, probabilmente mi avrebbero sepolto per carità in un  bellissimo point of view.   Partito da Venezia il 10 gennaio alle ore 7 con primo atterraggio a Londra, tre ore di scalo che sono diventate 4 per un ritardo del volo della Quantas ,che poi a Dubai ha cumulato altre due ore di ritardo per arrivare a Melbourne a mezzanotte inoltrata di giovedì 11, Ora che dichiari in dogana che non hai portato nemmeno un pezzo di formaggio grana dall’Italia e che per fortuna ti credono senza ispezionare tutte le tue valigie, all’una di notte si tenta di dormicchiare un pochino in una stanza di  un albergo distante 500 metri da Tullmarine. Essenziale tranne che nel prezzo.

7.jpegNon pensavo costasse così tanto quando te l ho consigliato”  Queste le parole del mio amico Bruno, che mi ha aspettato anche ad ora tarda pur di sincerarsi che  non me ne fossi rimasto in Italia. Ok Bruno ci sono. Tienimi la valigia, quella grande, fino a domenica. Io fra tre ore continuo il mio viaggio.  Destinazione Uluru, Ayers Rock. “Ma non andrai mica a vedere quella pietra lì?”  Quella piccola pietra insignificante?  Si proprio quella. Nella vita si deve dare retta al proprio cuore. Insomma questa pietra è da sempre che la volevo vedere. Da quando da piccolo ne ho visto una fotografia su un libro di geografia, che mi regalò mio padre. Ed è vero, è proprio magica.

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Come il viaggio per arrivarci. Venerdì mattina sono ripartito da Melbourne alle ore 7 con un volo per Sydney, Come si fa a non passare sul luogo del delitto! Quello delle olimpiadi del 2000. Ci sono troppo affezionato. Ma ne avrei fatto anche a meno, se solo avessi trovato un volo diretto per Uluru. Niente da fare, se vuoi andarci devi beccarti un ora e mezza di volo su Sydney uno scalo di altre due ore e ulteriori due ore e mezza di da lì fino ad Ayers Rock.  In tempo per l’appuntamento con il volo in elicottero. 10 minuti, dico 10, attorno al mio sassolino magico.

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Nel resort dove ho trovato l’ultima camera libera viene  a prendermi toh guarda un ragazzo italiano, si chiama Davide e fa il pilota in Australia.

aus ulururu.jpgEccomi insieme al pilota italiano Davide  (Professional helicopter services)

E’ una buona giornata, non troppo calda,  ma con un bel sole, al contrario di come era a Melbourne e a Sydney entrambe immerse nelle nuvole con un po’ di pioggia a inumidire ancora di più questa estate agli antipodi, costantemente sui 40 gradi. Poveri i vecchietti del tennis, Federer e Nadal, se non li fanno giocare di notte sta volta non arrivano nemmeno al terzo turno, altro che ancora in finale come li vorrebbero da queste parti. Ma di questa storia ne incominceremmo a parlare da lunedì prossimo. Ora me ne vado felicemente a riposare un pochino.

qualche secondo per condividere l’emozione di un giro in elicottero 

Prima del tramonto, la seconda tappa della visita ad Ayers Rock. Uluru va guardato da ogni angolazione e ad ogni differente inclinazione dei raggi solari.

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Così da ammirare il suo continuo cambiare colore. Insomma un po’ come le Dolomiti da dove arrivo.

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Abbiamo così incominciato dall’alto questa nuova esperienza australiana. Tanto per cambiare, ma ora proviamo a tornare con i piedi per terra..

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