Ben ritrovata Verde Isola
Sono trascorsi, o meglio volati, due anni e poco più dall’ultima volta all’Isola di San Pietro di rdosport; passando per Sant’Antioco, quell’ultima volta, ben tre stagioni fa. L’Isola adiacente era stata terreno di gioco dove la Verde Isola allora conquistò l’ultimo punto (matematicamente utile) per il primo posto nel campionato di prima categoria. Una promozione festeggiata la sera stessa al ritorno a Carloforte. Un gruppo forte e coeso, un mix di esperienza e buona volontà voluto dal presidente Giuseppe Buzzo che era riuscito a costruire una squadra capace di farsi voler bene e vincere.
Il cammino della Verde Isola poi l’abbiamo continuato a seguire, anche se a distanza. Con il passare del tempo la squadra ha cambiato inevitabilmente pelle, complice le necessità dettate dal salire di livello. Una categoria superiore che, come normale che sia, impone impegni ancora maggiori e che magari qualche giovane ha riluttanza a prendersi e che qualche senior non mette più di fronte alla propria famiglia.
Un anno più che positivo quello dell’esordio in promozione, cui è però seguito qualche intoppo di troppo. Una stagione, l’ultima, sempre in trasferta, con il campo da sistemare a Carloforte ed i lavori che stancamente sono proseguiti un po’ troppo per le lunghe.
Dopo un buon campionato, una retrocessione inaspettata. Si deve ricominciare tutto daccapo. Al ritorno a Carloforte, passeggiando per le vie del centro, ci imbattiamo in alcuni protagonisti di un tempo, dall’ex allenatore all’ex capitano (sempre in riferimento al campionato 2021-2022). Stesso cognome per entrambi, anche se non sono parenti. Il sorriso di Battista Rosso, poi, è contagioso. Il giovane secondo portiere ha deciso di cambiar punto di vista nel calcio, diventando arbitro. “Se andate alla partita domani ricordatevi di mettervi una casacca, magari con segnalato sopra il vostro ruolo, altrimenti non vi fanno fare le foto da bordo campo.” Ormai si è proprio immedesimato nel nuovo ruolo.
Cambiano i progetti ed i pensieri, col tempo, ma la Verde Isola resta ancora viva. Il punto di ritrovo allora come adesso è il Ristorante A Galaia dove rincontriamo Beppe, il presidentissimo. Sembra che il tempo non sia mai passato. Tipico sentimento che ti trasmettono quei posti dove ti sei trovato davvero bene. In un lampo tutto è come prima, come lo avevi lasciato. Scopriamo con piacere che Pietro Brichetto è sempre il massaggiatore della squadra, oltre ad essere sempre un cuoco formidabile: la farinata di ceci più buona dell’isola è sua, senza voler creare concorrenze.
Roberto Arca fa da dirigente e al bisogno anche da secondo portiere, con Barthez nel cuore e una dedica alla Sardegna sul polpaccio che non può passare inosservata (i quattro mori tatuati, visibili sopra ai calzettoni).
Rincontriamo anche Leano, al suo posto di combattimento da dirigente in panchina. Andrea Granara ha sempre la sua routine da pendolare Cagliari-Carloforte e ci avverte “attenzione che in questi giorni ci sarà tanto vento e da Portoscuso non si passa. Bisogna allungare e passare da Calasetta.”
Si torna a parlare della Verde Isola come veicolo per far conoscere San Pietro anche fuori dalla Sardegna. Un progetto bello e ambizioso, che una retrocessione non può di certo accantonare. E nemmeno un campionato appena iniziato con qualche alto e basso.
“Abbiamo fatto risultato nelle ultime 4 giornate, 3 vittorie ed un pareggio.” Fa notare Giuseppe. Una squadra composta da tanti giovani di varie culture. Il Sudamerica la fa da padrona con Argentina e Brasile presenti, compreso Uruguay, ma si tenga conto anche della Francia. Da Parigi arrivano Gouly Djikalou ed Emmanuel Ayina. “Presidente mi piacerebbe tanto poter giocare domenica” ammette quest’ultimo, ma il transfer non è ancora completo e l’esordio in maglia verdegialla deve attendere. Un timido sorriso e la voglia di mettersi in gioco.
Non è facile assemblare un gruppo così eterogeneo. In che lingua parlerà mai il Mister Simone Marini, se il brasiliano ‘fala’ solo portoghese ed i francesi non hanno mai sentito il sardo? Almeno gli argentini l’italiano lo capiscono benissimo. Per Maddalena (la moglie del presidente) non è certo un problema. “Io parlo il tabarchino, vedrai che ci capiremo sicuro.”
Un bel pasticcio alla carlofortina mette d’accordo tutti. Un weekend fatto di sole con punte sui venti gradi, ma anche di vento freddo, nuvole e pioggia. Un meteo che riflette un po’ la situazione della Verde Isola. Quale piega prenderà questo campionato? Siamo poi in pieno periodo di campagna acquisti e trasferimenti. Qualcuno resterà, qualcuno partirà e qualcuno arriverà. Un puzzle tutto da scoprire. Si respira certo un’aria diversa da quella della promozione che avevamo odorato allora. Del goleador Momo Cosa resta solo una barca in porto che porta proprio il suo nome.
In compenso c’è il gradito ritorno di Fabio Puggioni che, dopo qualche anno in giro per l’Italia, è tornato a vestire la maglia e la fascia di capitano delle Verde Isola. Un uomo d’ordine, sempre disponibile, sempre cortese. Domenica però si capisce che non è una giornata come tante altre. Si percepisce un po’ di nervosismo.
La squadra avversaria ha un nome che ci suona familiare: Freccia Parte Montis. Ma certo! Qui giocava anche tale De Montis. Che intrecci curiosi. La squadra comunque viene da Mogoro, in provincia di Oristano, a circa un’ora da Carloforte. Ma, viste le mareggiate ed il tempo instabile, tutti sono già da sabato a Calasetta per non farsi cogliere da sorprese. Due punti avanti in classifica e la voglia di risalirla ancora.
Eccoci così tutti al campo, dopo il classico pranzo dal presidente Buzzo. Erba sintetica nuova di zecca, alta sabbiosa: bello! Vento e nuvole non mancano, per fortuna qualche raggio di sole fa capolino ogni tanto. La casacca l’abbiamo. Si gioca.
Controvento mamma mia che fatica spingere il pallone. A favore invece il Montis sfiora il gol più volte, una bella punizione viene sventata dal portiere Aste, davvero molto bravo.
0-0 e un po’ infreddoliti si va al riposo. Quasi che ci vorrebbe del vin brulè per scaldarsi, ma fa niente. Nella ripresa la Verde Isola ha l’apparente vantaggio del vento. Il capitano prova subito a testare la prontezza di riflessi del portiere avversario con un tiro da centro campo. Che in effetti viene parato solo in due tempi. Ma poi è quasi un assolo ospite. Ordinati, attenti, una bella squadra davvero. La Verde Isola gioca invece troppo di confusione.
Meglio non avventurarci nella cronaca del match; diciamo solo che vincono meritatamente gli ospiti 2-0 con una rete di rigore, quasi parata da Antonello Aste, ed un bel contropiede.
Un tiro verso la fine ad opera di Giuseppe Pelinga va alle stelle, dove era davvero difficile indirizzare la palla. Troppo semplice metterla dentro. Il segnale definitivo che si è trattato di una giornata decisamente ‘NO’.
C’è da parlarsi, da capirsi su questo nervosismo. Presidente e allenatore iniziano a farlo subito a caldo – o meglio a freddo.
È stato bello seguire la cavalcata vincente di due anni fa, ma anche questa è una sfida che ci affascina. Lasciamo al condottiero Giuseppe Buzzo il compito di indicare deciso la rotta da seguire. Questo 0-2 aiuterà a capire tante cose. Ma noi siamo qui pronti a tifare sempre e comunque Verde Isola.