Da Milano a Rocca di Arsiè, il cambio di vita di Federica Speggiorin
Tra le protagoniste della Pallavolo Feltre di questo inizio campionato c’è Federica Speggiorin, alla sua terza stagione in maglia biancoceleste. Una ragazza milanese di 28 anni, trasferitasi un paio di anni fa da Rho in un paesino del feltrino, esattamente a Rocca di Arsiè. L’atleta, titolare della squadra allenata da Giulio Carpene nel ruolo di opposto, ci racconta il suo cambiamento di vita.
“Sognavo una vita più tranquilla a contatto con la natura, mi ero stancata di Milano. La sua caoticità non mi apparteneva e ho deciso di punto in bianco di andare a vivere a Rocca di Arsiè. Ho lasciato il lavoro e mi sono trasferita da sola in questo posto sperduto dal mondo, che però io conoscevo da quando ero piccola. Sono luoghi a cui sono difatti molto affezionata. Avevo circa 7 anni quando ho iniziato a venire qui in vacanza in estate. I miei genitori sono nati entrambi a Milano, ma hanno in parte le stesse origini: mia nonna materna è nata infatti a Quero, mentre il nonno paterno è proprio di Rocca di Arsiè.”
Anche se non si è trattato di un salto nel vuoto, come hanno reagito i tuoi a questo radicale trasferimento?
“A parte un po’ di preoccupazione soprattutto da parte di mia madre, sono rimasti contenti. Ed ora spesso mi vengono a trovare e vedermi giocare.”
Sì perché la passione per la pallavolo è caposaldo della vita di Federica.
“Ho cominciato giovanissima, cercando di seguire le orme di mia sorella Laura, tredici anni più grande di me. Lei giocava nella Visette Volley, una società che da sempre cura con attenzione il settore giovanile e che ora è ‘gemellata’ con la Imoco. Nei miei primi campionati abbiamo anche giocato insieme in squadra, è stato davvero emozionante.”
In questa realtà Speggiorin ha incontrato tecnici di assoluto valore che l’hanno aiutata a crescere nel mondo della pallavolo.
“Mi considero fortunata, in effetti, ad aver incontrato tecnici molto preparati, dapprima Andrea Pirella e poi Giuseppe Bosetti, ex coach dell’Italia femminile.” Un tecnico con cui tra l’altro ha collaborato insieme anche il feltrino Giulio Carpene, quando quest’ultimo era nel settore della nazionale femminile. “Pensa che in squadra con me nelle giovanili c’era anche Caterina Bosetti e Miriam Sylla, punti di forza dell’Italvolley in rosa. Io sono arrivata in B2 con il Gonzaga.” Un nome che ricorda vecchi fasti della pallavolo bellunese al maschile. Si tratta infatti del settore femminile della stessa società che giocò contro il Belluno in serie A1 negli anni 80 e dove in seguito hanno giocato grandi nomi della pallavolo italiana come Franco Bertoli, Andrea Zorzi e Andrea Lucchetta.
“Una volta arrivata a Rocca – prosegue nel racconto Federica Speggiorin – mi sono informata su dove avrei potuto continuare a frequentare qualche palestra. Bassano era troppo lontana, anche perché nel mentre avevo trovato lavoro a Lentiai alla Clivet, Feltre rappresentava quindi la soluzione ideale.”
Come ti sei avvicinata al club del presidente Strazzabosco?
“Ho letto notizie della società direttamente sui giornali locali e seguito i movimenti della squadra sulla pagina Facebook. Un giorno ho contattato il direttore sportivo Ennio Zannin, anche se non potevo giocare in quel momento a causa di un guaio fisico piuttosto importante che mi ha tenuto lontano dal campo ben 8 mesi. Mi sarebbe bastato anche solo lanciare qualche pallone. Avevo bisogno di tornare comunque in palestra. Ho iniziato quindi dando una mano a Giulio (Carpene, ndr) in prima squadra, inserendomi progressivamente nel nuovo ambiente.”
Certo, provenendo da un grande città come Milano non deve essere stato semplice ridimensionarsi alla vita di paese.
“Tutti mi chiedevano chi me l’avesse fatto fare di andare a vivere addirittura a Rocca. Ma quei 20 km necessari per arrivare al lavoro non mi pesano affatto. Ai tempi per andare ad allenarmi a Gonzaga ci mettevo anche un’ora e mezza, a seconda del traffico, quindi è tutto molto relativo. Tutto qui è comunque più semplice – osserva Federica – ma la gente del posto non sempre lo percepisce. Belluno – Feltre viene considerata spesso una distanza impossibile da colmare, lo dico anche pensando alla pallavolo. Milano è ovvio che offra di più rispetto al bellunese, anche semplicemente per un mero discorso di numero di abitanti, statistico. Qui siamo in pochi, è normale che sia più complicato trovare bravi giocatori. Ma se guardo alla realtà della Pallavolo Feltre devo riconoscere che si lavora decisamente molto bene.”
Federica ci tiene a spendere belle parole per il suo allenatore.
“Carpene è veramente un ottimo istruttore, di quelli che pretendono ma che danno anche molto. Sto imparando tanto, non solo come atleta, ma anche in chiave di futura allenatrice.” Speggiorin ha già ottenuto difatti la qualifica di istruttrice di primo grado. “Giulio ci mette tantissima passione. Siamo tutte molto fortunate ad averlo come guida. E poi aggiungo che mi piace allenare.”
Dopo una stagione difficile con la salvezza arrivata solo nella seconda parte del campionato, il Feltre ha dichiarato quest’anno di volersela giocare alla pari con tutti. “Peccato la sconfitta della prima giornata contro Caerano. Ma poi ci siamo subito riprese vincendo in trasferta in modo deciso e qualificandoci per gli ottavi di Coppa Veneto. Stiamo acquisendo maggior sicurezza nei nostri mezzi. Abbiamo grandi aspettative per questo nuovo campionato.”
Speggiorin nel tempo è diventata uno dei punti di forza maggiori del sestetto feltrino.
“Nel febbraio del 2022 ho ottenuto il via libera dai medici per tornare a giocare. Dopo un inizio graduale, ho trovato sempre più spazio in campo. Ma questa è la mia prima vera stagione con la maglia del Feltre. Inizio ad essere finalmente contenta del mio rendimento. Tutte noi – conclude Federica – daremo il massimo per migliorarci ancora, così da regalare qualche bella soddisfazione ai nostri sostenitori, compresi mamma papà e soprattutto mia sorella Laura, che ora non gioca più, ma è da sempre la mia prima tifosa.”