Diario da Wimbledon /6 dietro le quinte
Il torneo delle tradizioni. In nessun’altro slam si respira la storia del tennis come a Wimbledon. Già riuscire ad entrare qui è un successo. Impossibile senza fare almeno una coda. Il biglietto non si compra da casa ma si conquista.
Se non vuoi fare la notte all’aperto o svegliarti troppo presto al mattino allora difficilmente entrerai prima delle 5 del pomeriggio. Ma come mi ha raccontato Alvise. “Meraviglioso. bisogna esserci per capirlo. ” Lui ha la passione anche della musica. Chissà se questa esperienza lo ispirerà per qualche nuovo arrangiamento.
Alvise con il fratello Alessio in visita a Wimbledon 2019
Tradizione che si sposa con la parola regole. Che qui sono ferree, così come, aggiungo io, in Australia., Siamo controllati a vista o meglio a telecamera. Nella sala di controllo dei fotografi possono vedere come ci comportiamo dai monitor piazzati in giro per i Championships. D’altra parte abbiamo la nostra divisa d’ordinanza. Con tanto di numeroChe mi ricorda molto la giacchetta che usano i tiratori con le tasche per mettere le cartucce che qui sono invece le batterie delle varie camere che ci portiamo dietro ogni giorno. Quest’anno mi hanno assegnato il numero 287.
Però abbiamo diversi privilegi. Al numero uno ci metto che possiamo in alcuni campi anche calpestare l’erba di gioco. Ebbene si quanti di voi hanno pensato solo di calpestare questa erba per sentire dal vivo questa emozione. Campo 14 e campo 18 i miei preferiti qui l’arbitro ti lascia sedere anche sull’erba per fare le tue fotografie. Rigorosamente dietro alle panchine dei giocatori, solo di qualche centimetro oltre, ma si può fare.
Le mie scarpe sul court 18 quello della epica sfida Isner-Mahut appena dietro le sedie dei giocatori
E quest’anno da questi campi sono passati diversi match degli italiani. Berettini , Fognini e Fabbiano qui hanno sconfitto i vari Shwartzman, Karlovic e Tiafoe.
Un altro privilegio è poter usare dei passaggi sotterranei per muoversi. Ad esempio dal campo centrale fino al numero uno passiamo di fatto sotto i campi 14, 15 e 16, passando in mezzo a tutti coloro che lavorano per la ristorazione che con i loro carrelli portano alimenti da una parte all’ altra. Qui passano anche tutti gli arbitri che hanno la loro sala relax di fatto sotto al numero uno. C’è da perdersi. Ma la cosa affascina, oltre ad essere utile quando c’è tanto caldo come nei primi giorni quest’anno e per evitare i fiumi in piena di persone che a certe ore sono davvero difficili da affrontare sopratutto se hai necessità di raggiungere in fretta un campo.
Poter girare in solitaria la domenica di metà torneo ha poi un valore incommensurabile. Respirare il silenzio di Wimbledon. I giocatori si allenano solo ad Aorangi, i campi di gara vengono fatti respirare, sono tutti coperti e areati.
Il pubblico entra rigorosamente ogni giorno alle ore 10.30 (dopo aver fatto la coda notturna) Quando ormai noi siamo all’interno solitamente da oltre un’ora. Il momento dell’ingresso è ogni giorno un autentico spettacolo , visto dall’altra parte della barricata! Eccovi le foto per farvelo capire
Tutti dietro agli steward che poi iniziano a camminare con estrema calma in direzione campi laterali per poi dare il definitivo via libera alla caccia al posto a sedere.
Ci sono tre ingressi, questo è quello che porta ai campi laterali dal 4 all’8, ma poi altri due consentono di andare in direzione campi 14-18.
Una mezzoretta prima di tutto questo, ogni giorno, abbiamo la “prova sirena” . L’allarme in caso di fuoco. Tutti fermi e puntuale arriva il rumore assordante che segnala il pericolo incendi. Qui di legno ce n’è molto meno che in passato, quando il centrale era tutto in legno, in seguito ricostruito mantenendone lo stile.
Un’altro privilegio sta nello stare accanto ai giudici della linea del servizio. Sul campo numero uno, ma anche nel centrale, ci sediamo proprio accanto e loro passano dalla nostra postazione per andare a sedersi.
L’unico problema è che non ci sei abituato e ti dimentichi che ce li hai a fianco e proprio mentre stai facendo il tuo scatto, ecco un urlo che ti perfora le orecchie, a quella distanza poi, per segnalare la palla out. Solo a Wimbledon succede tutto questo.
Succede poi che quando ormai viene sera e le partite sono già tutte concluse e la gente viene invitata ad uscire tu puoi ancora girare per i campi e fare delle meravigliose foto ai tramonti inglesi.
Anche Beatrice (Tc 2001 Padova) non ha resistito al fascino dei tramonti ai Championships. E così dal Challenger di Padova del 2018 ci ritroviamo nel tempio del tennis a chiudere insieme un’altra splendida giornata.
SEE YOU SOON