Il Montecarlo del principe Fognini
Il torneo di Montecarlo è in assoluto uno dei miei preferiti. Un campo centrale unico al mondo in cui si respira aria di mare, di vacanza, di jet set, ma anche di contatti umani.
I ricordi vanno molto indietro nel tempo quando giocai su questi campi un quadrangolare fra istituti di credito, uno monegasco uno spagnolo di Barcellona uno tedesco ed uno italiano. Cosa che mi riporta alla memoria il compianto Alessandro Terziani che anche lui da buon bancario si ricavava tutto lo spazio possibile per seguire la sua passione, quella del tennis. Quella volta giocammo anche sul campo centrale e poi cenammo al circolo con alle spalle le targhe di tutti i vincitori di questo torneo.
Tra gli altri Adriano Panatta e Paolo Bertolucci in doppio nel 1980. Mai avrei pensato che un giorno avrei potuto assistere al successo di un italiano in singolare. Ed invece il 2019 è stata un’edizione speciale per noi italiani. Grazie a Fabio Fognini autore di un torneo esemplare in cui il suo tennis ha prevalso su tutto. In molti match sono stato molto vicino al box del ligure, per l’occasione riempito da campionesse slam, come la moglie Flavia Pennetta e l’amica Francesca Schiavone oltreché dal tecnico azzurro Corrado Barazzutti. Che hanno avuto un ruolo importantissimo nel tenere sotto controllo il loro cavallo. Con continui richiami tattici e psicologici..
Magari l’arbiro Ramos (QUELLO DELLA FINALE SLAM SI SERENA WILLIAMS A NEW YORK L’ANNOS CORSO) se ne sarebbe accorto dando qualche warning. Ma l’hanno fatto con assoluta discrezione. Insomma niente di più di quello che fanno tutti. Ma per Fabio è stato fondamentale il cercare lo sguardo della sua amata nei momenti di maggior difficoltà. E così ne è uscito una copia di Fognini quasi perfetta e tennisticamente di assoluto valore.
Come in molti hanno per anni sperato di poter vedere. A tratti quasi più dello stesso Fabio. Che finalmente ha trovato la sua settimana perfetta. Salvandosi con Rublev, demolendo un irriconoscibile Zverev . E nei quarti finendo tardi alla sera in recupero su Coric, che qualche anno prima lo mise in difficoltà nel torneo che lo ha portato alla ribalta internazionale Umago 2016.
Era venerdì, serata di gran gala. I tre semifinalisti Lajovic Medevedv e anche Nadal sono già allo Sporting club a lato del Montecarlo Bay, nella sala delle stelle, a concedersi a qualche tifoso. Manca propio soltanto Fabio ancora sul Centrale del country club.
Con lui qualche giornalista del web e della carta stampata come Riccardo Crivelli della Gazzetta dello sport, costretto a saltare due delle tre portate della grande cena. Nella speranza che questo sacrificio possa essere utile per una causa storica.
La simpatia di Riccardo Crivelli durante la serata di Gala (©rdophoto)
Battere Nadal in semifinale sul rosso monegasco non si può definire diversamente. 11 volte re di Montecarlo, lo spagnolo resta annichilito di fronte alle accelerazioni del Fogna nazionale. Che gioca in casa e si sente. Tutti increduli fino all’ultima palla.
Con un Rafa anche decisamente sotto tono non c’è mai da stare tranquilli. ma questa volta anche mentalmente lo spagnolo non ha saputo reagire. La più brutta partita sulla terra contro la migliore prestazione di Fognini in assoluto. Se uno gioca male succede spesso per merito del proprio avversario. Sono convinto che questo Fognini avrebbe dato filo da torcere anche al miglior Nadal.
Tutto il clan Nadal è andato a congratularsi con Flavia Pennetta; baci e abbracci da parte del papà e anche della fidanzata e promessa sposa di Rafa. Degli autentici signori.
L’abbraccio del papà di Nadal a Flavia Pennetta dopo la vittoria di Fabio (©rdophoto)
Il box dello spagnolo ha riconosciuto i meriti a Fognini L’unico che poteva sentirsi su questi campi più in casa di Rafa.
Sanremo è qui vicino, ma lui è di Arma di Taggia e in tanti sono in tribuna a tifare Fogna… Ma c’è ancora una partita da giocare prima del lieto fine. Contro il serbo Lajovic .
La domenica d’inizio torneo i due si sono pure allenati insieme d’altra parte il serbo è ora seguito dall’ex tecnico di Fabio: Josè Perlas.
José Perlas tecnico di Lajovic ed ex di Fognini (©rdophoto)
E poi nessuno dei due avrebbe mai scommesso di ritrovarsi di fronte in finale.
Il Fognini di qualche anno fa forse avrebbe perso la prova del nove. Ma a 31 anni c’è un po’ di maturità in più maggior consapevolezza della posta in gioco. Consapevolezza di potercela finalmente fare . E poi non è che Lajovic sia più abituato a giocare delle finali.
Una così Fabio non l aveva ancora giocata ma insomma qualche titolo l ha ben vinto. Come quello di Umago con il bacio alla sua fresca sposa…. una foto cui sono legato con tanto di consegna regalo a Flavia. “L’abbiamo messa nella nostra camera” Flavia è sempre molto carina certo più del suo Fabio che quanto ad alti e bassi non è secondo a nessuno.
Un allungo, un quasi strappo, un smorfia di paura, che però non compromette la finale Che resta lucida, tatticamente perfetta.
Smorfia di dolore. Fabio dopo Montecarlo ha saltato Barcellona e Estoril. (©rdophoto)
Signori dopo Nicola Pietrangeli nel 1967, ecco a voi Fabio Fognini. E durante le premiazioni un fuori programma, che in molti avevano però intuito potesse accadere. Pietrangeli grande amico del principe Alberto torna sul palco a farsi immortalare insieme al suo successore.
C’è anche Adriano Panatta in tribuna, ma non è il suo turno per scendere in campo. In molti vorrebbero si ripetesse questa scena di qui ad un mese circa a Parigii. Dopo il 1976 nessun italiano ha ancora vinto la coppa dei moschettieri.
Panatta ha già consegnato in verità la coppa a Djokovic (che vinse in finale contro Murray) quarant’anni dopo il suo successo. Ma siamo sicuri che l’organizzazione francese gli concederebbe un bis. Fabio Fognini è avvisato.
“Ma lasciatemi godere questo successo. Non voglio davvero pensare a nient’altro”. Buona Pasqua Fabio ma noi continuiamo comunque a sognare!