Il magnifico mondo della vela di Sara Savelli
“Ciao Roberto, nei prossimi giorni arriva in Sardegna un’atleta che alleno, è una brava ragazza, prima ancora che una brava atleta,. Mi farebbe piacere che la incontrassi. Prende l’aereo domani ed arriva ad Olbia.” Ricevo questo messaggio whatsapp dall’amico Paolo Loner, proprio mentre mi trovo di passaggio in automobile per Olbia di ritorno verso Porto Pollo a Palau, dove sto trascorrendo questo inverno, funestato dai colori del covid: rosso, arancione e a tratti giallo.
Sara Savelli è già una “piccola” campionessa della vela. Con un titolo importante sulle spalle: il bronzo ai mondiali giovanili di vela, classe laser 4.7, conquistato a Kingstone in Canada nell’estate del 2019. Il vento della Sardegna risulta molto utile come allenamento per la sua prossima stagione. E per Paolo è l’occasione del lancio del suo nuovo sito, lui che di mestiere fa il mental coach, in cui si parlerà anche proprio del lavoro svolto con alcuni suoi allievi.
Nemmeno il tempo per iniziare ad organizzare il tutto che arriva però un primo dietro front. “Non se ne fa più nulla. Sara ha davvero poco tempo a disposizione, ci starà solo un paio di giorni tra allenamenti e uscite in barca e non ce la farà a trovare il tempo anche per un’intervista. E poi non si allenerà ad Olbia, ma a Porto Pollo.”
E secondo voi io dovrei rinunciare a questo incontro con Sara, che arriverà proprio a due passi da dove mi trovo? Un’intervista senza doversi nemmeno muovere di casa. Quando mai ricapiterà un’altra occasione simile.
Paolo sapeva che mi trovavo in Sardegna, ma evidentemente non aveva inquadrato bene la località di Porto Pollo, forse perché lui non ha mai praticato il windsurf, preferendo il football americano che lo ha visto assoluto protagonista, a livello professionistico quando era un po’ più giovane.
Porto Pollo è una meta molto ambita per chi vuole praticare sport come il Kite, il windsurf o appunto la vela. Qui il vento non manca praticamente mai, anzi a volte è addirittura pure troppo.
Eccoci così pronti alle 11 del mattino allo Sporting Center di Porto Pollo, ma di Sara nessuna traccia, a parte la sua barca pronta ad aspettarla, ma, come il sottoscritto, invano.
In questi tempi i cambiamenti sono all’ordine del giorno, ma poco male il tutto viene solo rimandato solo di qualche giorno, non tutto è ancora perduto.
Così eccoci finalmente a Cannigione nel Golfo di Arzachena, stabilita come nuova sede per gli allenamenti di Sara in Sardegna, a due passi dalla Costa Smeralda.
“Una bella emozione trovarsi qui in inverno in acqua ad allenarmi tra le isole dell’Arcipelago de La Maddalena. E’ davvero fantastico e soprattutto fa molto più caldo di dove mi alleno normalmente.” (ovvero in Lombardia, sul lago di Lecco, e in Trentino a Torbole, sul lago di Garda, ndr).
Sara è tranquilla, felice di poter essere tornata in acqua, mentre oggi una giornata di molto vento le dà modo di capire meglio la bellezza della zona. “Quando sono al largo con la mia barca non ho tempo per concentrarmi sul paesaggio, penso solo ad allenarmi al meglio insieme ai miei compagni. Ma anche il contorno ha la sua importanza.”
Sono ormai passati 10 anni da quando Sara ha mosso i suoi primi passi nel mondo della vela.
“Mio papà mi ha letteralmente abbandonato al circolo Canottieri di Lecco, quando avevo solo 8 anni e devo dire che quella volta non scattò una vera e propria scintilla. Diciamo che la vela è stato si un colpo di fulmine, ma con effetto ritardato. Me ne sono innamorata infatti ad incominciare dalla mia seconda uscita un paio di anni più tardi a Mandello Del Lario dove ho fatto il mio primo corso di vela. Ed ora non riuscirei più a farne a meno.”
Un cammino fatto anche di incontri importanti, tra cui quello con il mental coach Paolo Loner
“E’ una spalla su cui appoggiarsi quando c’è qualcosa che non va. E’ stato fondamentale in un momento per me davvero difficile, quando ho iniziato a fare qualche gara un po’ più lontano dal mio lago di Lecco, con la necessità di restare a dormire anche fuori per qualche giorno. Ero abituata a rimanere nella mia zona di comfort e non stavo vivendo bene questa nuova situazione. Prima di ogni gara non dormivo per niente bene e mi svegliavo anche col panico. Mi piaceva tantissimo andare in barca, ma non riuscivo più a vivere il tutto con gioia. Con Paolo abbiamo lavorato tantissimo su questa mia debolezza che poi sono riuscita a vincere.”
Quindi anche nella vela c’è bisogno di un mental coach.
“Assolutamente sì. Paolo poi mi fa sempre tantissime domande. Ci sentiamo anche semplicemente per messaggio in questo periodo covid e lui si lamenta un po’ e ragione perché gli rispondo spesso in ritardo. Per me esistono dei ruoli importanti nella vita di un’atleta e che devono essere ben definiti: l’allenatore, il mental coach e ovviamente la tua famiglia.
Mi piace molto lavorare con Paolo, al punto che quando mi trovo assieme ad alcune mie compagne mi piace aiutarle quando sono in difficoltà. Gioco a fare un po’ il mental coach. Chissà che da grande poi non lo possa diventare davvero.”
Ma prima c’è tanta strada da percorrere come atleta.
“Sì io sono sempre alla ricerca di migliorarmi e di scoprire qualcosa di nuovo. Non potrei mai vivere senza lo sport. Così non mi annoio proprio mai.”
Ecco spiegato il perché del recente passaggio al circolo vela di Torbole,
“Fa parte della mia crescita professionale ed umana – Parlando con Sara quasi mi dimentico che ha solo 17 anni e che sta ancora frequentando l e scuole superiori – Nel nostro team ci sono i migliori ragazzi d’Italia. c’è un confronto importante che ti stimola a migliorarti sempre di più. Il mio allenatore, Fabrizio Lazzarini, ci segue e ci organizza i nostri viaggi sia per allenamento che per gareggiare”.
Ma tra le figure più importanti c’è soprattutto quella di mamma Sabrina, che di fatto è anche la tua manager.
“Ho davvero un bellissimo rapporto con mamma. Non riuscirei a fare nulla senza di lei. Mi aiuta e mi appoggia in tutto quello che faccio. Insomma “La mia mamma sempre nel cuore”. Senza togliere nulla a mio papà Stefano sia chiaro e alla mia sorella più grande, Giulia, a cui voglio tanto bene, Lei è più tranquilla di me, le piace anche stare a casa serenamente in poltrona. Siamo un po’ diverse. Lei sta studiando all’università, ma non chiedermi in quale facoltà, ha un nome talmente lungo che non me lo ricordo mai.”
Mentre tu stai pensando già al proseguo di questa stagione
“Che stenta un po’ a decollare. Ma vedremo cosa succederà. Non vedo l’ora di poter tornare a viaggiare, scoprire il mondo grazie alla mia vela. Non c’è cosa che mi renda più felice.”