TOP

Una carezza e un pugno. La boxe femminile a Padova (video)

Pugni, botte ma anche tanto rispetto. Un pomeriggio a Padova con protagonista la boxe al femminile.

Grinta Tenacia e Passione queste le tre scritte belle in evidenza nella sede della PadovaRing, sotto le tribune dello Stadio Euganeo. Veneto contro Emilia Romagna, 7 match ufficiali, qualche giorno prima di Natale. Tutti vogliono vincere, ma nessuno davvero si dispera se perde. Certo che vedere delle ragazze sul ring fa un certo che.

“Tutte incominciano più che altro per un discorso di fitness, di cura del proprio corpoci spiega Massimo Stellin tecnico di secondo livello alla Padova Ring –  all’inizio si appassionano, ma quelle che resistono sono davvero poche. Solo se veramente hanno qualcosa dentro da esprimere vanno avanti, altrimenti si fermano o fanno semplicemente un po’ di aerobica. Con le ragazze c’è molto da lavorare sul piano mentale – continua Stellin – ad un uomo puoi anche dire le cose in un modo diretto e spesso trovi una reazione data dall’orgoglio, dalla volontà di dimostrare di non essere scarsi. Una donna quando perde tende invece a deprimersi e bisogna cercare di incoraggiarla. Non serve sapere solo allenare  la parte tecnica, qui conta moltissimo la parte mentale.”

TENNIS E PUGILATO

Oggi ho capito perché il giornalista Rino Tommasi si occupava di pugilato oltre che di tennis. Tra i due sport ci sono in effetti delle similutidini. In entrambi i casi l’atleta è infatti solo contro l’avversario e deve giocare una sorta di partita a scacchi. Sapere in anticipo i possibili colpi dell’avversario diventa fondamentale. Nel pugilato però i coach urlano e continuano a dare suggerimenti dal loro angolo durante tutto l’incontro, mentre nel tennis è addirittura vietato farlo.

Boxe e tennis si intrecciano. Sui campi del Roland Garros di Parigi Mike Tyson fa visita a Serena Williams. Si siede sugli spalti del campo Suzanne Lenglen, come un tifoso normale, ma non riesce a passare inosservato. (© foto di Roberto Dell’Olivo)

“Quando l’avversario ti ha colpito – ci racconta Giovannamagari puoi perdere un po’ di lucidità e allora ecco che diventa fondamentale sentire la voce amica del tuo allenatore che ti segue passo passo e ti dice come muoverti.”

Giovanna Piccoli con il tecnico Massimo Stellin al termine del suo match (©rdosport)

Gli incontri si susseguono uno dietro l’altro, tre riprese da tre minuti ciascuna, la distanza olimpica. Il pomeriggio scorre veloce a tempo di musica. Così almeno arriva alle mie orecchie il suono del martello che batte sulla campana l’inizio e la fine delle ostilità. E dieci secondi prima del termine di ogni match ci sta anche il suono di tre colpi netti, forti, decisi, quelli del battere di una sorta di legnetti che a dire il vero potrebbero andare bene anche per scandire il tempo di un ballo latino americano.  Perché la boxe è anche un po’ musica. Magari meglio se è quella che ti dà la carica come nei film di Rocky Balboa. Ed in effetti tra un match ed un altro ci sta pure un vero intramezzo musicale in cui non può mancare l’evergreen dei Survivor, Eye of the tiger, dal film Rocky III.

Più Emilia Romagna che Veneto, ma la Padova Ring è contenta grazie al successo della sua Giorgia.  E più in generale per essere riuscita ad organizzare una kermesse del genere in tempi di covid. “E per aver creato anche una bella vetrina televisiva grazie a Telenuovo, che ha seguito tutti i match in diretta.”  Ci tiene a rimarcare Massimiliano Sarti, il responsabile delle attività della palestra padovana.

Giorgia Zornetta vince ai punti il suo match per la gioia del presidente del club padovano Giovanni Bacco Dondi e il coach Massimiliano Sarti (©rdosport)

Un’altra similitudine con il tennis sta nel non dare mai all’avversario una seconda possibilità. Se puoi vincere 6-0 devi farlo, mai farsi impietosire. Nel pugilato vale ancora di più questa regola. Se l’avversario è in difficoltà bisogna chiudere il match subito.

STOP ME IF YOU CAN , se ce la fai fermami!

Non ci sono stati incontri conclusi con un ko, ma quello conclusivo tra il tunisino Akrem Ben Haj  Aouina (Padova Ring) e Maimi Hamza  ci è andato davvero molto vicino. Akrem, uno che si sta accingendo a passare al professionismo (forte di ben 39 match vinti su 44 disputati) riceve un colpo che lo fa cadere a terra. Ma si rialza e alla fine resiste, recupera punti su punti fino a raggiungere a quel punto una parità quasi insperata.

Prima del match il tecnico Massimo Stellin mette della vaselina sul volto di Akrem. Utile per evitare possibili ferite. Il guantone non fa così attrito sulla pelle e scivola via (©rdosport)

Un finale con grande pathos per la kermesse padovana. Una parità che accontenta tutti e lascia un po’ di amaro in bocca. Gli atleti sono già tutti pronti a tornarsene a casa, ma non prima di essersi scambiati gli auguri di Natale e un arrivederci a presto per una rivincita. Perché la boxe è fatta di tanti pugni ma anche di qualche carezza.

Rispondi