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Diario dall’Australia 2019/13: the last days

Una vacanza nella vacanza. Prima di tornare nel freddo europeo ci sta qualche giorno di relax sulla Sunshine Coast. Dopo le fatiche tennistiche passo tre giorni di assoluto fare niente. A Mooloolaba c’è quel che serve, una bella spiaggia dove poter coricarsi sotto qualche albero al riparo dal sole.

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Una zona riparata dove si può un po’ nuotare al riparo dalle onde eccessive ma tanto amate dai giovani australiani. C’è pure  una buona pescheria e dei buoni bar, dove il cappuccino non fa rimpiangere quello italiano. E l Australian Open sembra già una cosa molto ma molto lontana.

Eccovi qualche immagine tra Mooloolaba e a Morichydore,  due paesi che sono di fatto un tutt’uno lungo mare divisi solo da una  bella passeggiata.

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Se poi vi dimenticate il vostro cappello australiano non preoccupatevi qui non ti rubano nulla son tornato dopo circa tre ore e l ho ritrovato esattamente dove l’avevo dimenticato.

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Giulia e Patrick però vogliono giocare a tennis ecco così che troviamo un club a Palmwoods. Qui siamo davvero al livello  ABC.  Ovvero servono racchette e palline.  Le specialità di Greg sono chiaramente altre. Riassumo dopo un’attenta ricerca   allora si sono trovate in casa tre palline, due assolutamente sgonfie una rimbalza ma di pelo giallo ne ha davvero ormai poco. Le racchette sono in cantina in un angolo sperduto con tutti i  manici riempiti di umidità . E trasferiscono tutto il loro colore e materiale sulla tua mano che in un secondo diventa nera e attaccaticcia. La soluzione?  un bello scoch colorato ad avvolgere il manico come se fosse un vero grip. In queste condizioni ci siamo presentati al tennis club

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Si sono impietositi tutti e ci hanno regalato delle fantastiche palline  facendoci un prezzo di favore per la nostra ora di allenamento.

Possiamo dire di aver giocato anche in Australia. Anche se giocare è una parolona davvero troppo grossa. Patrick comunque dimostra di esserci portato. Va segnalato sicuramente a Tennis Australia! Potrebbe avere un futuro. Papà Greg decisamente no. E forse per “vendetta”, mi propone di andare l ‘indomani a fare un bel giro in canoa.

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Accattivante come idea. Alle 6 siamo già operativi sul lago Baroon.

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Ognuno ha la sua canoa. La prima assegnatami,  in apparenza la più agevole da usare,  in realtà mi crea un sacco di dolori alle anche e alla schiena. Dobbiamo tornare indietro dopo solo qualche vogata. Il cambio canoa si rende necessario. C’è pure una seggiola dove si può appoggiare la schiena. Va decisamente meglio. Certo sembra un po’ instabile ma si può andare.

Lungo riva si passa vicino ad un resort di lusso con tanto di casette sugli alberi. Davvero bello. Il tempo di vederlo un po’ più da vicino, che in un lampo perdo l’equilibrio e con il mio bel capellino, gli occhiali da sole e salvagente mi ritrovo sotto sopra immerso nel lago.  La rivincita di Greg è compiuta. Non resta che cercare l’approdo nella spiaggetta del resort, dal momento che  la canoa è ormai piena d’acqua. Insomma sono molto più a mio agio su un campo da tennis che su un lago. E per fortuna che non ho portato ne cellulare ne altro di importante.

Me ne ritorno cosi’ sconsolato al punto di partenza evitando altre cadute, lasciando Greg ad un giro solitario.

Greg si trova decisamente suo agio sulla sua canoa (©rdotennis)

 Una buona colazione nel resort diventerà la soluzione migliore per allietare il resto della mattinata.

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La vacanza continua con la visita del faro di Mooloolaba.

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E’ incredibile come solo spostandosi di poco, la natura prenda il sopravvento. La costa diventa quasi incontaminata, con una spiaggia lunga almeno 15 km, fino ad arrivare ad un’altra cittadina balneare: Coloundra .

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Non c’è ora il tempo, ma mi riprometto ad una prossima visita di restare in spiaggia in questa zona dove le tracce dell’uomo sono molto lontane.

Anche a fare niente il tempo passa veloce. E così  si arriva al giorno della partenza. Dopo esperienza del camping di cui al racconto  Una gita fuori porta (https://rdotennis.sport.blog/2019/02/08/diario-dallaustralia-2019-12-una-gita-fuori-porta-a-booloumba/).

Resta ancora il tempo per una visita veloce di  Brisbane, un sushi in centro, l’immancabile statua con un canguro

IMG_5538.JPGEccomi con Patrick in compagnia di due canguri  (©rdotennis)

ed una vista panoramica  con tanto di bridge, lo Story bridge, il ponte a sbalzo più lungo di tutto il continente. Qui come a Sydney sull’harbour bridge ci fanno pure del climbing.

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Per completare il viaggio in Australia  con una cena a base di pizza dall’amico Carlo, originario di Treviso e proprietario del locale PIZZALUNGA a Nanda tra Brisbane e l’aeroporto.

 

Tappa perfetta prima di incominciare il viaggio di ritorno lungo praticamente 24 ore.

GOOD BYE AUSTRALIA

 

 

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