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L’incontro con Giancarlo Palmieri al Foro Italico 2017

L’ultima sortita romana al Foro Italico ha avuto un sapore davvero particolare. Due giorni speciali in compagnia di due ex compagni di scuola delle superiori, Toni e Francesco  (“Cecio”). Quest’ultimo era il mio avversario ai tempi under 14 nelle sfide tennistiche nella provincia di Belluno dove ancora tutti noi tre viviamo. Con Francesco era davvero tanto tempo che non ci incrociavamo.  “Al tempo eravamo i più forti.“  ricorda il mio amico. “Si ma tu di più. Non ho mai vinto.” Diamo a Cesare quel che è di Cesare!!!  “Ma in una finale mi hai strappato un set.”  – puntualizza Cecio.  Ha un sapore diverso e davvero piacevole ricordare oggi quelle sconfitte dell’epoca. Anche e soprattutto se di lì a poco rincontri il tuo maestro. Qualche ruggine c’era stata: “Mi ha messo fuori squadra,perché non mi sono presentato ad un match di coppa italia “ – Dico a Francesco.  “Si, ricordo.”  “Ma non mi aveva convocato in realtà, o almeno a me non l’aveva mai detto. Ed io ero venuto- ricordo come fosse ieri –  con mio padre a vedervi giocare.”

E’ passato talmente tanto tempo e rincontro davvero volentieri il “vecchio” Giancarlo Palmieri. Tra i suoi tanti difetti, anche quello di essere il fratello di Sergio, direttore del torneo del Foro Italico, quello che quest’anno ha preferito la Sharapova alla Schiavone per capirsi. “C’è tanto da lavorare , l’età si fa sentire, non so se l’anno prossimo potrò ancora dare una mano a Sergio”. Dieci minuti di chiacchiere sui bei tempi, con la promessa di Giancarlo di venirci a trovare nel circolo da dove è nato un po’ tutto.

La mia passione per il tennis nasce proprio da lì. Ho trovato una vecchia foto dell’epoca. Il primo a sinistra è il maestro Palmieri  (Treccina d’oro, uno dei suoi soprannomi del tempo) e via via i suoi allievi,Guido, poi c’è Francesco e gli altri componenti della squadra agonistica. Vi sfido a riconoscermi. Non provateci nemmeno. Sono quel capellone con la racchetta Wilson ed il completino Australian.

Palmieri giancarloOLTRE TRENT’ANNI FA. La squadra agonistica diretta da Giancarlo Palmieri

Eccoci invece in questa foto romana di solo qualche giorno fa.

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E qui di seguito potete vedere la registrazione che abbiamo fatto insieme, con alle spalle il mitico stadio delle statue, il vecchio centrale ora intitolato a Nicola Pietrangeli. Un cameraman d’eccezione, il nostro Francesco, in alto a sinistra è riconoscibile il suo dito, proprio sulla telecamera!

Un Giancarlo emozionato ricorda i tempi in cui era il maestro del Tennis club Belluno (©RDOTENNIS)

Belle emozioni in una giornata di tennis che si completa con la finale di coppa italia Lazio Juventus.  Toni ha mille conoscenze, una in particolare lo porta a riuscire ad avere tre tickets anche per questo evento..Tralascio il come ci sia riuscito, ma vi dico solo che per compiere questa impresa ha dovuto saltare tutta la giornata tennistica. io e Cecio ci siamo così visti , da soli, le vittorie di  Halep e Svitolina che poi sono state anche le due finaliste, con Elina addirittura vincitrice a sorpresa.

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Ma anche Thiem con Cuevas e del Potro con Edmund, Nishikori con Ferrer e tanto altro. “Cosa andiamo a vedere il calcio, finiamo la giornata al Foro e poi ce ne torniamo un po’ prima a Belluno. Ci aspettano oltre sei ore di auto.” Questo il pensiero di Francesco, preoccupato per il viaggio notturno. Ma alla fine ecco il compromesso. Ci vediamo solo il primo tempo e poi prima del caos finale ce ne partiamo.  E’ così che dopo una giornata di sole e tennis, Toni ricompare alle 20.15 con i biglietti. Passiamo giusto un attimo al parcheggio per lasciare qualche oggetto, che difficilmente può essere introdotto allo stadio e poi via all’Olimpico.

“Toni dove hai parcheggiato?”  “Vicino allo stadio, solo due passi, attraversiamo il ponte della musica, giriamo a sinistra e poi arriviamo”.Chissà perché mi ricorda la canzone di Bennato, L’isola che non c’è .  Ricordo funesto. Il titolo per l’occasione va cambiato, da L’isola a l’auto … che non c’è. 

“Giuro, l’ ho parcheggiata lì, sulle strisce pedonali,  la dove ora ci sono tre camionette della polizia.” No Comment.  “Non c’era altro posto dove metterla” – si giustifica il povero Toni.  L’auto c’è, ma a Roma Sud,in un non meglio identificato parcheggio.  Addio Coppa Italia. Non ci resta che buttarla sul ridere  (Ma si dai tanto si sapeva che avrebbe vinto la Juve)  e tirare un sospiro di sollievo alla vista della nostra autovettura, di lì dopo quaranta minuti di taxi. “Ma se vi spicciate, potete ancora  vedere il secondo tempo.” (parola di colui che ha effettuato  direttamente il “prelievo” dell’automezzo).

Si, magari parcheggiando sulle strisce pedonali, che dici, vero Toni?”  E giù a ridere.  Meglio tornare a Belluno, la dove arriviamo verso le cinque del mattino. Un’autentica  avventura, dopo una vita che non ci vedevamo, che ci accompagnerà piacevolmente a lungo nei nostri ricordi.  Da ripetere magari utilizzando un parking a pagamento ben lontano da qualsiasi tipo di striscia.

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